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“95.9” è il singolo che inaugura il nuovo corso degli YNGST, e sono loro a raccontarcelo

95.9 è il singolo che inaugura il nuovo corso degli YNGST. La band, precedentemente nota come Youngest, oltre alla denominazione vede infatti un piccolo cambiamento interno nella formazione, e conseguentemente anche un aggiornamento delle proprie sonorità. Noah, finora batterista del gruppo, passa alla voce, con il rientro nella band del primo batterista Federico “Kappa” Manuli, mentre gli altri componenti del gruppo sono confermati ai propri strumenti.

Abbiamo chiacchierato con il bassista Ivan Campagnuolo a proposito del nuovo brano!

https://www.youtube.com/watch?v=81xub06sN3M 

 

Da Youngest a YNGST: si cela qualcosa dietro questo cambio di nominativo? Cosa volevate comunicare?

Ciao! Abbiamo deciso di cambiare nome, anche se solo visivamente, per dare un segnale chiaro di un nuovo inizio per la band. Siamo sempre noi, ma abbiamo mischiato un po’ le carte in tavola per provare a fare qualcosa di nuovo. Abbiamo sempre usato YNGST come versione più “street” di Youngest, per fare del merchandising o sui vari social, e ci è sembrata la scelta più naturale.

 

Cambiare lineup con un membro che se ne va e uno nuovo che arriva è piuttosto comune. Cambiare la lineup mantenendo gli stessi membri lo è meno. Come sono cambiate le dinamiche interne al gruppo con la nuova formazione?

Abbiamo sempre suonato per divertirci tra di noi e perché ci appassiona scrivere insieme. Quindi cambiare un po’ i ruoli all’interno del gruppo ha sicuramente dato una bella scossa creativa ai nuovi pezzi che stiamo scrivendo. Banalmente, avere ora Noah che si dedica alla parte vocale dei brani ha lasciato me e Luca più liberi di divertirci con basso e chitarra. Essere però le stesse persone di sempre rende anche tutto più semplice: ormai ci conosciamo benissimo sia a livello personale che musicale, quindi ci capiamo abbastanza in fretta.

 

Il nuovo singolo 95.9 ha sonorità post-hardcore e post-grunge, e avete citato gruppi d’Oltreoceano come Turnstile, The Story So Far e Basement come riferimenti. Ma qui in Italia vi sentite parte di un movimento comune o vi sentire un po’ soletti?

Negli anni abbiamo suonato con tante band italiane con cui abbiamo anche legato nel tempo, ma diciamo che un movimento vero e proprio non credo che esista in Italia. Nel bene e nel male, in Italia le scene musicali si creano più per i legami di amicizia tra le varie band o banalmente per la lingua in cui si scrivono le canzoni più che per lo stile e il genere che si suona. C’è una bella scena per quanto riguarda l’emo italiano per esempio, ma tendenzialmente se non canti in italiano è molto difficile che le persone ti associno a quell’insieme di band. Che domanda difficile!

 

Com’è andato il concerto di presentazione del nuovo brano al Rock’n’Roll di Milano, durante la serata Emo Sucks?

Molto bene! Ci troviamo sempre bene da Emo Sucks e in generale al Rock’n’Roll, nel tempo è diventato il nostro posto sicuro. I ragazzi che organizzano sono bravissimi, la gente è gasata e il locale è intimo quel che serve per creare sempre una bella situazione. È stato anche il nostro primo live in cui abbiamo suonato per la maggior parte della scaletta i nuovi pezzi che stiamo scrivendo con questo nuovo cambio di formazione, che sono decisamente più spinti dei precedenti e la risposta è stata super positiva.

 

Avete già pronto del materiale per un nuovo disco o EP? Sentiremo qualcosa di nuovo nel 2024?

Assolutamente sì! Abbiamo già qualche pezzo pronto per uscire e ne stiamo per andare a registrare di nuovi. Quindi ci vedrete in giro ancora per un bel po’!

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