Il Golden Goal di Galeffi al Fabrique di Milano
Report a cura di Davide Lucarelli
Foto a cura di Chiara Trovatello
Lo scorso 16 dicembre 2018 il Golden Goal Tour ha portato la musica di Galeffi al Fabrique di Milano.
In apertura il cantautore bustocco Brenneke presenta alcune delle sue canzoni chitarra e voce. Afferma che il pubblico del Fabrique sia in assoluto il migliore che abbia mai avuto. Non stento a crederlo, visto che alla fine di ogni suo brano gli applausi sono scroscianti e convinti.
Passa circa una mezz’oretta dalla fine del live d’apertura ed arriva il momento di Galeffi. Il cantautore romano sale sul palco con una maglietta bianca recante una scritta “uffa 🙁 che presammale“ in font Arial, ultima trovata del merchandising di Maciste Dischi, dal mio punto di vista, piuttosto discutibile.
La prima canzone è proprio “Uffa”, primo singolo uscito dopo l’album “Scudetto”, caratterizzato da un testo molto particolare e personale. Segue “Camilla”, canzone molto tenera ed apprezzata dal pubblico. “La prossima – dice Galeffi – è dedicata al miglior calciatore di tutti i tempi!”. Parte “Tottigol”. La voce di Galeffi è graffiata e particolare. Non è la prima volta che lo sento dal vivo (anzi!), ma forse l’acustica del Fabrique permette di apprezzarla ancora di più. Galeffi annuncia quindi “Burattino”. Luigi Winkler (chitarrista) lo guarda un po’ stranito. Il cantautore allora si corregge: c’è “Polistirolo” e poi “Burattino”.
Prima del brano seguente, “Potter/Pedalò”, Marco Proietti (tastierista) è invitato a mostrare un balletto da imitare durante la canzone. La coreografia riesce discretamente. Segue “Puzzle”, una delle mie preferite. Arriva quindi il momento da me più apprezzato del concerto. Rimangono sul palco solo Galeffi e Gigi Winkler e il cantante ricorda quando i due andavano a suonare in acustico nei peggio locali romani. “C’erano 3 persone a sentirci forse. Manco mamma c’era!”. Al Fabrique, invece, c’era anche mamma. Galeffi e Gigi ci regalano quindi una cover di Asaf Avidan da mozzare il fiato.
Tornano poi sul palco tutti i musicisti per “Pensione”. Segue “Mamihlapinatapai”, titolo impronunciabile, ma questa è un’altra delle mie preferite. E’ quindi il momento di una cover ormai storica nei concerti di Galeffi, “Pop Porno”. Ragazzi, che botto di energia in questa canzone! Questo è uno dei pochi casi in cui la cover è persino migliore dell’originale. Il finale è a briglie sciolte per la band che vira aggressivamente sul rock e dà una bella scossa al parterre milanese. Arriva quindi il turno di “Mai Natale”, l’ultimo singolo, che sembra già aver attecchito bene al terreno fertile dei fan. Segue “Tazza di Tè” ed è durante questa canzone che noto che il pubblico sta cantando tutte, ma proprio tutte, le canzoni.
Il Fabrique non è tutto esaurito, ma i fan sono davvero molto affezionati. Insomma, siamo non troppi, ma parecchio buoni, come nella migliore tradizione della musica indipendente italiana. La conclusione del concerto è affidata al primo singolo in assoluto di Galeffi per Maciste Dischi, “Occhiaie”, in una simbolica chiusura del cerchio. Così termina il concerto. Il pubblico borbotta e chiede di più, come da tradizione, ma Galeffi fa notare che “le ha fatte tutte”. Ed è proprio così. Non ci resta che aspettare il prossimo disco e il prossimo tour. E occhio, perché come ci ricorda il Capa, “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”.
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