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Praino ci racconta la sua Calabria e il suo nuovo singolo. Leggi l’intervista

Lo scorso 4 gennaio è uscito “Gelo Polare”, il nuovo singolo di Praino.

Intervista a cura di Angela Ieriti

Praino è un cantautore, classe 1989, nato in Calabria e trasferitosi a Bologna a 18 anni, dove vive tutt’ora. Si è fatto strada nella scena indipendente italiana con il progetto Il Disco Di Praino uscito per la REC Dischi Indipendenti l’8 giugno scorso.

L’occasione dell’uscita di Gelo polare, il suo ultimo singolo, è stata il pretesto per fargli qualche domanda e conoscerlo meglio.

Come è nata la tua passione per la musica?

Ho sempre scritto e suonato le cose che avevo in testa, ne ho sempre avuto bisogno più che altro, ed è anche per questo che non pensò mai a cosa scrivo o compongo, non so mai chi mi ascolterà o se potrò piacere, è un bisogno, uno sfogo per stare meglio, spero un giorno finisca le cose da dire e da cantare, vorrà dire che starò meglio.

Quali sono i tuoi obiettivi? Cosa ti aspetti dal tuo progetto musicale?

Mi aspetto di andare sempre avanti, amo la dimensione musicale, è quello che so fare, non ci sono obiettivi, c’è il raccontare per esorcizzare tante cose, c’è il secondo album in cantiere per il 2020 e mille novità in questo anno, ma la mia dimensione naturale è barricato in studio.

 

 

A cosa ti ispiri quando scrivi? Quanto le tue origini calabresi ti influenzano nella composizione dei brani?

Scrivo quello che ho bisogno di buttare fuori, e mi ispira tutto quello che ho intorno, i luoghi e le persone, alcuni dei miei testi parlano di mie esperienze personali ma la maggior parte raccontano storie di persone a me vicine o conoscenti, mi lascio ispirare molto dalla vita che vivo. Sono figlio della mia terra e sento questo legame davvero tanto, negli anni si è evoluto ed è cambiato molto ma la Calabria  occupa ogni angolo della mia vita. Sempre.

Che rapporto hai con la tua terra? Ora che vivi a Bologna, quanto spesso torni nella tua terra natia?

Con la Calabria ho un rapporto molto forte. Viaggio molto da sempre, ma se penso ad un posto dove sto bene a prescindere da tutto  è la Calabria.
Riesco ancora a tornare tre/quattro volte l’anno, ma non mi basta mai.

Il tuo primo disco si intitola “Il disco di Praino” e parla di te e degli anni passati all’università. Hai nostalgia di quegli anni?

Sono quegli anni che ricordi per sempre, ma credo che siano speciali proprio perché sai che non torneranno mai più, e abitando in centro a Bologna in piena zona universitaria non ne sento la mancanza. Il disco è stato scritto e pensato durante i miei ultimi anni di università, mi piace molto scrivere “a progetto” per poi iniziarne uno nuovo una volta finito il precedente.

Con l’ultimo singolo “Gelo polare” cosa volevi raccontare al tuo pubblico?

Volevo parlare del gelo dei sentimenti, di un qualcosa che avvertivo tutto intorno a me, dalle mie relazioni personali fino al clima che si percepiva, e si percepisce tutt’ora, per le strade.

Come è avvenuto l’incontro con la tua attuale etichetta?

Ho mandato loro il disco quasi finito, cosa che di solito è sconsigliata per un artista emergente, questo perché una label magari vuole dire la sua sulla scelta dello stile e sul processo creativo, ma era il mio primo disco e lo volevo esattamente così, mi è andata bene. Ringrazio la Rec Dischi per il lavoro che hanno fatto.

Dove possiamo trovarti in giro prossimamente?

Sarò in giro per concerti da qui alla fine dell’estate, il 22 aprile al ColorFest a Lamezia insieme agli amici Cimini, Scarda, La Stazione, Santino Cardamone e molti altri artisti calabresi, ospiti di Mirko Perri che ringrazio tanto.
Sto lavorando al nuovo disco per il 2020 ma con estrema calma, si vedrà, voglio avere il tempo di sperimentare.

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