“La tuta di Goldrake è il mantello che ognuno di noi indossa“
Intervista a cura di Davide Lucarelli
La Tuta di Goldrake è il primo LP del cantautore ligure Brilla uscito per Pioggia Rossa Dischi/Disci Soviet Studio lo scorso 25 di ottobre. In nove tracce, il disco si propone di raccontare la vita dell’artista, partendo dal periodo più recente, l’età adulta, con il brano Non siamo vergini, fino a tornare ai ricordi dell’adolescenza nella traccia finale Ferite.
Per scoprire qualche cosa di più su di lui e su quello che questo album vuole descriverci, abbiamo posto a Brilla qualche domanda.
Ciao Brilla! Per iniziare, potresti raccontarci quando hai iniziato a sentire il bisogno di scrivere canzoni e quando hai deciso che era venuto il momento di uscire dalla tua cameretta e farle ascoltare a tutti?
Ho iniziato a scrivere per esigenza all’età di 15 anni, quando mi sono trasferito da Firenze a San Bartolomeo al mare avevo bisogno di ritrovare un pò il mio nido e scrivere mi aiutava molto. Da qui in poi è diventato una passione e trasformare la malinconia in canzoni mi ha spinto a provare a fare l’autore. Con il tempo ho unito la passione per la chitarra alle parole capendo che suonando era più facile essere ascoltati.
La cameretta invece posso dire di non averla ancora abbandonata del tutto , però le canzoni erano tante e la stanza piccola. Gli amici che mi ascoltavano mi hanno sempre spinto molto ad uscire allo scoperto, così ho accettato.
Cosa ti ispira nella scrittura dei testi? Sei sempre autobiografico o a volte ci sono situazioni esterne che vuoi raccontare?
La mia vecchia città mi è sempre d’ispirazione, cosi come i vecchi amici, anche se poi scrivendo spesso mi piace raccontare quello che mi circonda, finendo poi spesso per essere autobiografico.
Vieni da una terra che ha fatto la storia del cantautorato italiano. Pensi che la nuova generazione di cantautori liguri sia influenzata dal passato o che ci si stia distaccando sempre di più?
Sicuramente mi sento più toscano che ligure, anche se ormai credo di essere proprio mezzo ligure. Ascolto molti emergenti come me e credo che comunque almeno per quanto riguarda i miei gusti siano un pò tutti influenzati da ascolti passati. Quelli bravi riescono a sfiorarli, facendo uscire la loro personalità.
Il tuo nuovo album si intitola “La Tuta di Goldrake”. Qual è l’argomento trattato nel disco che ti ha dato l’ispirazione per questo titolo?
“ La tuta di Goldrake” è il mantello che ognuno di noi indossa la mattina prima di uscire di casa. Tutti combattiamo contro qualcosa. C’è chi combatte contro una malattia, chi contro un carceriere ,chi contro dei fantasmi e cosi via…Per me siamo tutti dei Supereroi! Nello specifico nella canzone io uso la tuta per combattere Gennaro che fa i conti di quello che guadagno con la musica.
Per noi di Tutti Giù Parterre, la musica live è uno stile di vita. Qual è il tuo set live ideale e perché?
“Il live è uno stile di vita“, sono d’accordo e così dovrebbe essere.
Per un artista è l’unica cosa che conta davvero, suonare sempre, così che quando l’ispirazione arriva sei già li pronto. Sono partito da solo anni fa con chitarra acustica, gran cassa e voce, mentre ora con la band uso una chitarra semi-acustica amplificata, quindi come se fosse un’elettrica, con una bella pedaliera di gingilli che mi aggradano. Con me Enea alla batteria e al pad campionatore dal quale innesca delle sequenze pre registrate e al basso Flaviano con un suo set up personalizzato.
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