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Salvario e i suoi Mondi Leggeri.
Intervista a cura di Giorgia Groccia
E’ stato pubblicato l’11 di ottobre 2019 il secondo album di Salvario dal titolo Mondi Leggeri, prodotto da Giallo Ocra / commON Music “Mondi Leggeri”,
L’album è composto da 8 ballate d’autore, 8 pezzi di cantautorato moderno, da cui il cantautore pugliese riparte a due anni di distanza dalla fortunata esperienza dell’esordio Duemilacanzonette, disco che gli ha regalato nel 2017 le vittorie del CapiTalent (contest di Radio Capital) e del Premio Bertoli (sezione Nuovi Cantautori).
I luoghi di Mondi Leggeri, come i mezzi pubblici (Metropolitana) o la città (New York), diventano, attraverso gli sguardi e i pensieri ingombranti delle persone, metafora della stessa vita. La narrazione scorre con delle priorità altre, un punto di vista decentrato, non più egoistico io ma un piacevole e corale “noi” costellato da tematiche universalmente condivisibili come lo scorrere del tempo, l’amore e l’alienazione contemporanea.
Noi abbiamo chiacchierato con Salvario, eccone il risultato:
Il tuo singolo si intitola “Leggeri”, da cosa parte l’idea del brano?
Ho provato a descrivere l’imprevedibilità della vita attraverso metafore sul tempo. Sullo sfondo quella voglia, appunto, di sentirsi leggeri.
“Il tempo è un’onda” cita il tuo brano. Se dovessi scegliere altre due parole per definirlo, quali sceglieresti?
Continuando con le citazioni, direi che il tempo “è un gioco che scombina i tuoi piani”, che “soffia sul mare e fa naufragare i pensieri”.
Come pensi possa evolversi la tua musica nel futuro prossimo?
Chissà, sarà bello scoprirlo! Diciamo che molto viene fatto in fase di scrittura, ma poi ogni lavoro si caratterizza e si differenzia per le scelte che si compiono: dai musicisti coinvolti, dal produttore, dagli ascolti del momento. Ogni disco è un’occasione di crescita e di scoperta o ri-scoperta.
Quando hai capito che nella tua vita avresti prediletto la carriera artistica?
Premetto che la mia non è una carriera a tempo pieno, ho sempre fatto e continuo a fare altri lavori, di qualsiasi tipo. Ma per risponderti, ti direi da quando ho scoperto quanto fosse bello scrivere canzoni. Sai, nessuno mi ha mai messo uno strumento tra le mani o mi ha chiesto di cantare, o, ancor meno, mi ha suggerito di mettere su una band. Sono state tutte delle mie scelte, mie invenzioni, con cui ho deviato per sempre il corso della mia esistenza. Di questo sarò sempre orgoglioso.
Definisci Salvario in tre aggettivi.
Una volta un mio amico musicista mi ha definito “delicato”. La mia compagna mi considera “ostinato”. Io ci aggiungerei “riflessivo”.
Quali sono gli album che ti hanno cambiato la vita e perché.
Certamente “(What’s the story) morning glory?” degli Oasis, perché divorando quel disco ho sentito la necessità di imparare a suonare la chitarra e scrivere le mie canzoni. Poi direi “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla, perché mi ha mostrato quanto in alto sa spingersi la musica italiana.
Progetti futuri?
Del futuro prossimo, senz’altro, quello di essere un bravo papà! Tra qualche giorno nascerà il mio primo figlio e non vedo l’ora che mi sconvolga la vita! Poi, tra un pannolino e l’altro, continuerò a promuovere e a portare in giro il mio nuovo disco “Mondi Leggeri”. Insomma, c’è un bel da fare!
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