Un’ode di passione, una preghiera d’altri tempi.
Intervista a cura di Giorgia Groccia
Svevo Susa torna con il nuovo singolo Saint-Germain (Rivoluzione Dischi/Pirames International), disponibile da venerdì 29 novembre in streaming e download su tutti i digital stores.
Il brano, prodotto da Alessandro Forte (Aiello, Galeffi, Mameli, Scrima, Valucre) presso gli studi Pepperpot di Roma, è una piccola ode di passione, una preghiera d’altri tempi, un grido disperato: perché l’amore da e l’amore toglie ed è questo il vero significato che Svevo Susa trattiene con le unghie affilate all’interno dei suoi versi; onesto, poetico, disincantato, terreno, sacro e al tempo stesso profano. Nei versi di Saint-Germain si scorge il crepuscolo, e poi la città durante una lunga notte che sembra non finire mai. Si respira l’immensità di Roma, si respira una buia e splendida Parigi, si respira una camera con le finestre sbarrate, ma anche uno scorcio sul mare, il respiro e la rassegnazione. Un turbinio violento di ricordi e luoghi lontani nel tempo e nello spazio. La vera forza del brano risiede nella splendida geografia che traccia delle linee rette e parallele tra la produzione perfettamente calzante e la componente testuale che accompagna e si fonde con una voce graffiata e, al tempo stesso, limpida; una pugnalata dritta in pancia e poi? E poi assolutamente nulla, il buio, il buio in silenzio, come quando il brano cessa di cantare.
Abbiamo incontrato il cantautore, eccone il risultato:
Raccontaci del tuo singolo Saint-Germain. Com’è nato?
I primi versi di Saint-Germain sono arrivati a Parigi, un rifugio felice in momenti in cui altre città mi davano poco nutrimento o felicità. Il resto è planato nella mia testa una volta tornato a Roma, casa, dove altri luoghi e altre fotografie si sono occupati del mio cuore “pazzerello”. Avevo bisogno di mettere nero su bianco, in modo quasi clinico, i luoghi principali della fine della storia da cui stavo uscendo.
Raccontaci anche la scelta del sound.
Per quanto concerne il sound, non si tratta di scelta: Saint-Germain non poteva essere costruita in altro modo, musicalmente parlando. Alessandro Forte è l’equivalente umano di un macchinario da radiografia, non c’è quasi mai bisogno di spiegarsi.
“Fammi felice, non darmi pace” è un manifesto che rappresenta tutto il brano ma anche la poetica dei tuoi brani. Cosa significa darsi pace?
“Non darsi pace” significa, senza l’utilizzo di distici elegiaci, che “me devi dà er tormento, me devi scucì l’anima a capocciate”: non ci sono mezze misure o tinte pastello nel mio modo di vedere l’amore. Fino a quando siamo noi due, senza nessun’altro, che duri un mese o due anni, mi devi dare e togliere la vita.
Svevo Susa e Simone che rapporto hanno?
Svevo è uno dei miei nomi di battesimo. Non c’è molta differenza, anzi, non credo ce ne sia nessuna tra Simone e Svevo: dei nomi che ho è solamente quello che mi piace di più e con il quale venivo chiamato di meno. Susa, che funge da cognome, non ha un significato particolare: mi piacciono molto le S.
Quali sono i progetti prossimi?
Siamo in studio (Pepperpot) a lavorare al prossimo progetto, che uscirà sempre con Rivoluzione Dischi nel 2020: la prima uscita dovrebbe essere in primavera inoltrata ed il resto dello zibaldone verso ottobre/novembre. Non ho al momento titoli definitivi perché in testa ce ne sono almeno tre. Non vorrei raccontar fandonie.
Com’è nata la tua collaborazione con Alessandro Forte?
Ho conosciuto Alessandro appena rientrato a Roma e abbiamo deciso di lavorare insieme alla costruzione dei miei pezzi. Sotto, sotto ma sotto sotto è un romanticone…ah! Peraltro a breve verrà inserito nella lista dei beni del patrimonio dell’umanità protetti dall’Unesco: non tutti lo sanno.
Quali sono le tue prossime date?
La data più vicina che può interessare il grande pubblico è quella del mio ricovero forzato in una clinica psichiatrica se non dovessi riuscire a finire di trascrivere su carta tutti i versi che ho in testa da mesi.
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