“Pensavo poi di farle sapere che la canzone è per lei; non è mai successo.”
Intervista a cura di Angela Ieriti
Peligro è un cantautore moderno, ispirato dai testi dei cantautori della tradizione italiana e ammaliato dai suoni del rap indipendente moderno.Ogni 16 del mese, dallo scorso novembre fino al prossimo giugno, uscirà una nuova traccia di Peligro, in modo tale che i suoi amici e fans non sentano mai troppo la sua mancanza. 10 de Junio è il terzo singolo estratto dall’EP in lavorazione ed è uscito lo scorso 16 gennaio.
Abbiamo avuto la possibilità di sentire Peligro, che attualmente si trova a Londra, per fargli qualche domanda.
Ciao Peligro. Partiamo dalle tue origini. Come è nata la voglia di scrivere e di poterti esprimere tramite la musica?
Ciao a tutti voi che state leggendo le mie parole sorridendo (volevo iniziare citando Rino). Ciao amici di Tutti Giù Parterre. Ho scritto la mia prima canzone, “Viking Soul” quando ero in college a Londra, andavo a suonare il pianoforte per ore. Ero in un momento di tristezza diciannovenne, scrissi le prime parole su accordi dedicandole ad una ragazza che pensavo mi facesse impazzire. Da quel giorno non ho mai smesso di cercare parole da cantare. Quando poi gliel’ho fatta sentire lei voleva baciarmi, ma una volta che hai qualcosa, si sa, non la vuoi più.
Piccolo excursus, il titolo della canzone è ispirato dalle parole di mio fratello, che quando gli descrissi accuratamente come mi sentivo mi scrisse: “Su questo ci aiuta una storia: la storia dei vichinghi, che di bussole non ne hanno mai vista una. Partivano su zattere mal costruite e andavano verso la direzione del tramonto per cercare nuove terre e cibo. Niente carte geografiche, niente strumenti, niente scorte, niente pianificazione, niente di niente. Eppure non smisero di provare a navigare verso Ovest. Arrivarono in America. I vichinghi non possono insegnarci come navigare, erano davvero dei pessimi navigatori, ma qualcosa possono dircela su come non sentirci persi. La loro regola magica è: sei perso solo se smetti di provare, le bussole non c’entrano. Perciò fratello non smettere di provare con questa ragazza, né con le altre se questa non va, né di credere che da qualche parte ci sia quella giusta, e non sarai mai perso.”
Tu sei un rapper che canta anche molto bene. A quale genere ti senti più vicino?
Non mi definisco propriamente un rapper, né artista, né cantante indie. Scrivo spesso di getto le mie canzoni, dopo lavoro un po’ sulla melodia e le parole, ma non snaturo mai il momento di rush creativo. Per questo non ho ancora un genere che mi definisce, mi piace registrare quello che sento in un preciso momento, sia questo rap, indie o rock – è sempre un momento che cerco di catturare in una canzone. Proprio come le parole che sto scrivendo ora.
Raccontaci di cosa parla il tuo ultimo singolo “10 de Junio”. È una canzone molto romantica secondo me, anche se descritta da un ragazzo giovane.
Ho scritto 10 de Junio dopo essere uscito con una ragazza, appunto il dieci di Giugno. Il titolo è Spagnolo perché impazzisco per il Sudamerica. Mi ero preso una grande cotta pur sapendo che non ci sarebbe potuto essere alcun futuro tra noi.
Pensavo poi di farle sapere che la canzone è per lei; non è mai successo. Ci piace cosi.
Precisamente, non so nemmeno io di cosa parla, mi piace l’idea che ogni ascoltatore le dia la propria chiave di lettura. Alla fine è un momento, un sentimento, ognuno lo modella a suo modo.
Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Io ho rivisto molto Coez. Sbaglio? Dicci cosa ne pensi.
Mi ritrovo un po’ nello stile di Coez, anche se per ora il mio è meno elettronico. Mi piace il suo sembrare scontato, ma allo stesso tempo tagliente e diretto. Funziona, ed è bello. I miei riferimenti sono in costatante cambiamento, in questo momento ammiro molto le parole de “L’Officina della Camomilla” e di “Claver Gold”, ma se me lo chiedessi domani ti direi qualcosa di completamente diverso. Se parliamo invece di ammirazione musicale, ti dico Sixto Rodriguez, Neil Young e Rino Gaetano.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Stai lavorando a un Cd/EP? Ci puoi anticipare qualcosa?
Ero qua a Londra con Edo, Silvia e Ale (visionario batterista) ed ho chiesto ad ognuno un numero, ho diviso poi il totale per quattro ed è uscito il numero 16. Da quel giorno, Novembre 2019, sto rilasciando una canzone ogni 16 del mese. A giugno raccoglierò le otto canzoni in una playlist che sarà il mio primo EP, o come lo si voglia chiamare. Ho iniziato da poco a lavorare, e con grandissimo piacere, con i ragazzi di Upper Records&Management, con loro abbiamo piani ancora più grandi per il futuro, ma ne parleremo tra qualche tempo.
Nel frattempo spero vi godiate “10 de Junio” ed ogni altro 16 del mese insieme. Poi arriverà la primavera, ed usciranno altre canzoni di Peligro, e lì la combinazione sarà miele.
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