La nuova onda melodica della trap italiana.
Recensione a cura di Davide Lucarelli
Ormai da qualche tempo la trap italiana ha intrapreso un percorso di ammorbidimento melodico che l’ha portata a fondere le iniziali sonorità prettamente hip hop con linee appartenenti alla musica leggera e, talvolta, al blues. Irbis 37 appartiene a questo nuovo filone di trap melodica e Un Altro Cielo, il suo primo album full length uscito lo scorso 20 febbraio per Undamento, è il suo manifesto artistico.
Il disco si apre con la melodia orecchiabile di Bacio, un racconto in rima di una gioventù in periferia. Gli arpeggi di chitarra di Mentre Dormi ci accompagnano in una ballad oscura e inquieta. Uno squarcio di serenità appare in Gatta Nera, prima di ritornare alla cupa irrequietezza di Che Furba. Ti Accompagno in Zona è una intensa dichiarazione d’amore urban.
Fame da Lupi è un grido di vitale voracità e voglia di riscatto. OsaOsa è la canzone con il flow più fedele ai ritmi trap originali d’oltreoceano, è forse la canzone più “vecchia” scuola, per quanto possa essere vecchia la scuola trap. Tra Me e il Resto è la traccia che preferisco a livello di base. Una dolce melodia è pompata da bassi pulsanti. Domani Notte è una accorata ed intima confessione notturna. Quei Seni è, infine, la dichiarazione d’amore che chiude l’album.
Un Altro Cielo è un disco coerente e moderno, che presenta al meglio l’arte di Irbis 37. Lo stile è dato da una contaminazione del mondo hip hop con sonorità acustiche e blues, che sostengono testi prettamente urban, nati da una penna di periferia e cantati con un’aurea sensibilità.
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