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Quando ho incontrato TGP: Lavilla

“Senza il confronto si scade nell’effimero conformismo, protagonista della nostra epoca.”

Intervista a cura di Davide Lucarelli

Lavilla è l’espressione artistica di Michele e Peppe, due compagni di merende casertani, che hanno deciso di incanalare la loro vena artistica in una loro vibrante passione, la musica.

Michele dona al progetto il suo volto e la sua passione per l’elettro pop. Peppe fornisce il suo talento da musicista eclettico e ispirato da un posizione un po’ più defilata, dietro le quinte.

 

 

Abbiamo fatto qualche domanda a Lavilla e vi riportiamo qui le risposte.

Ciao Lavilla! Per comiciare ti chiederei di raccontarci un po’ della tua carriera artistica. Come hai deciso di intraprendere questo progetto musicale? Le motivazioni che ti hanno spinto all’inizio sono le stesse che ti animano ora o qualcosa è cambiato?

Diciamo che è da un po’ di tempo, ormai, che ho l’abitudine di scrivere canzoni perchè mi aiutano a capirci qualcosa in più di me stesso, a conoscermi. Spesso capita che inizio a scrivere e neanche io so bene cosa voglio dire o, di preciso, cosa mi spinge a farlo. Sento solo che devo, che mi serve, che è essenziale. Ho sentito la stessa cosa quando ho iniziato a pensare a Lavilla come un ponte tra quello che mi esplode dentro e il mondo che c’è fuori. Non so bene perché lo faccio, sento solo che voglio.

 

Definirei il tuo genere un cantautorato elettronico, neanche troppo pop. Sei d’accordo con questa definizione? Vorresti darne una tu?

Pur volendo, non ci riuscirei. Cioè, credo che definirsi sia complicato e allo stesso tempo limitante. E’ più semplice, per me, esprimermi nel modo più spontaneo possibile piuttosto che prestare grande attenzione a stare in un genere anziché in un altro. Quando compongo, inevitabilmente finisco per essere influenzato dalla musica che ascolto e sì, in effetti, di recente sono molto attratto dalle sonorità dell’elettronica. Sento che sono le più adatte a dare un’identità ai miei pezzi perché è così che li ho immaginati quando li ho percepiti nascere dentro di me. Mi permettono di rappresentarmi al meglio.

 

 

Il tuo nuovo singolo “Controcorrente” si scaglia contro il conformismo. Che cosa in particolare ti ha fatto venir voglia di scrivere un testo così rancoroso?

Questo tema è davvero delicato e quando ho scelto di trattarlo ero consapevole di almeno due probabili esiti: qualcuno avrebbe potuto dare un’interpretazione personale alle mie parole mentre qualcun altro, invece, avrebbe potuto semplicemente aderire al mio pensiero. La canzone, però, l’ho scritta col desiderio di stimolare un confronto. Perché è dal confronto che ci si ritrova a scambiare pensieri e punti di vista. Senza il confronto si scade nell’effimero conformismo, protagonista della nostra epoca. Non credo che conformarsi sia qualcosa di sbagliato a prescindere, ma ritengo che lo diventi quando rappresenta l’assenza di un proprio pensiero critico che genera mera accondiscendenza. Non nutro rancore per questa società, piuttosto ne critico la passività. Manca una sana educazione al pensiero. Svilupparla, secondo me, permetterebbe davvero di imparare a remare “Controcorrente”.  Sono contento di questa domanda perché vuol dire che, nel mio piccolo, sono riuscito nell’intento di usare l’arte come strumento utile al confronto. Ne stiamo parlando, qualcuno leggerà, non è poco.

 

Viviamo dei giorni particolari per la nostra vita e per il mondo musicale. Che cosa credi di poter trarre da questo periodo dal punto di vista artistico?

Sono giorni durissimi! Ma quando, in simili circostanze, sei costretto a cercare un adattamento adeguato, riscopri di possedere delle risorse inimmaginabili oltre la tua “comfort zone”.  Se non si può scindere un uomo dalla sua arte, allora spero che tutto quello che saprò ridefinire di me stesso, come uomo, porterà beneficio anche alla mia futura espressione artistica.

 

Ora sogniamo un po’… Se tu potessi scegliere senza alcuna limitazione, quale sarebbe il live di cui vorresti essere protagonista?

Guarda, mi accontenterei di una roba semplice! Un “Lavilla Beach Party” con Jova che mi fa le doppie voci e balla come un matto fino a notte fonda!

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