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Quando ho incontrato TGP: Moci

Pensieri bellissimi e bellissime paure.

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Moci canta” è l’account Instagram della promessa del cantautorato italiano, Moci appunto, un nome una garanzia, fuori dal 24 marzo per Sbaglio Dischi e distribuito da Carosello, con Pensieri Bellissimi, ultimo singolo che anticipa un attesissimo esordio discografico.

Il pezzo è un viaggio a ritroso, di fatto spontaneo, teso e sospeso, un pugno in pieno volto, deciso a tratti sadico ma con svolta allegorica decisamente importante. Se la paura avesse un volto e se la paura potesse parlare, certamente avrebbe questo volto, avrebbe in bocca queste parole. Il contrasto percepito tra musica e testo, i chiaroscuri, il sapore agrodolce e il delicato graffio nella vocalità rendono il brano una perla rara di questi tempi.

 

 

Noi di tgp abbiamo chiacchierato con lui, eccone il risultato:

 

Come descriveresti il tuo ultimo singolo, Pensieri Bellissimi, in tre parole?

Pesante come un MACIGNO sulla schiena, MORBIDO come il letto di un piccolo albergo in mezzo alle montagne dell’Alto Adige e ARANCIONE, non so perché proprio arancione. L’ho sempre immaginato così.

 

Il brano contiene diverse astrazioni e, al tempo stesso, è estremamente pratico e concreto. Da quale idea iniziale è nato e come si è sviluppato in seguito? (testo, prod, ecc)

Come spesso mi accade ho iniziato con la chitarra: 3 accordi sospesi che non trovano mai un vero punto di appoggio musicale fino al ritornello liberatorio. Una struttura abbastanza minimale, ma mi è bastato per scrivere un testo in pochi minuti. Una piccola storia nelle strofe, due persone che precipitano e cercano di proteggersi, e la conclusione della storia nel ritornello. La produzione è arrivata subito, quel pomeriggio stesso, in poche ore. Di solito ci metto anche mesi a scrivere i pezzi, questo è nato in un pomeriggio dopo un’overdose di “Io gli ho detto no” di Battisti, credo venga da lì il pezzo.

 

Tre artisti che non possono mancare nella tua playlist.

I Beatles perché ho iniziato a suonare ascoltandoli, I Verdena perché ho iniziato a scrivere canzoni imitandoli e Mac De Marco perché è un figo.

 

 

Parlando proprio di playlist, preferisci ascoltare a rotazione o prediligi l’ascolto completo di un album?

Da sempre e per sempre preferirò ascoltare i dischi da inizio a fine, mi sono appassionato alla musica con le cassette di mio padre nella sua vecchia Punto ed Internet potente l’ho avuto tardi a casa, la concezione di Playlist è completamente su un altro pianeta rispetto a come sono abituato. Non voglio sminuirne il ruolo o l’importanza, ho tanti amici che fanno bellissime playlist per ogni momento della loro vita e per ogni stato d’animo, io non sono mai stato capace, forse sono solo un po’ invidioso.

 

In questo momento storico non è possibile suonare live purtroppo, ma se dovessi immaginare per un secondo un luogo, quale sceglieresti per suonare il tuo ultimo brano?

Ovviamente un tetto, un po’ per i Beatles ma soprattutto per il testo della canzone, sarebbe bello alla fine buttarmi con tutta la band su un enorma tappetone elastico e fare stage-diving volando sul pubblico. Rispondendo un po’ più seriamente ti direi al Monk o all’Alcazar, anche se il mio sogno (già esaudito ma rinnovabile) è risuonarla all’Auditorium.

 

Hai in programma un album? Sarà un concept o tracce differenti e assestanti l’una dall’altra?

L’album potrebbe essere già pronto, forse ho già in programma il secondo, non saprei. Il concept c’è, ma non mi sento di definirlo un concept album semplicemente perché me ne sono accorto alla fine, o meglio, me l’ha fatto notare chi l’ha sentito. Tutti i temi che ricorrono sono già in Freddo e Pensieri bellissimi: protezione, paura di essere nel posto sbagliato e teste sfracellate.

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