“Mi sono aperto totalmente nel lavoro di scrittura.”
Intervista a cura di Giorgia Groccia
A che età si diventa adulti? Ed è davvero così fondamentale diventarlo? Chi lo può dire? Forse Samuele Fortunato, un cantautore di 25 anni con una vita abbastanza movimentata e interessante da avere già tantissime storie da raccontare. Qualcuna di queste è finita in TA DA!, il suo secondo EP.
Sonorità mescolate, timbro accattivante e brani estremamente onesti divengono gli ingredienti necessari affinché TA DA! possa essere definito un gran bel lavoro discografico, di cui abbiamo parlato con l’artista:
Parlaci del tuo ultimo lavoro discografico, TA DA! , come nasce?
Nasce per caso. Mi trovavo in Val Bormida, in un’ associazione che si chiama Teatro Cantiere. Le canzoni sono cominciate ad uscirmi così, una dietro l’altra. Credo che se mi fossi trovato in qualunque altro posto del mondo il disco sarebbe stato completamente diverso. Sono felice del risultato, sono canzoni molto vere e molto autobiografiche. Mi sono aperto totalmente nel lavoro di scrittura.
Quali sono state le tue linee guida per la scelta del sound?
Mai avuta nessuna linea guida. Le canzoni in origine erano completamente diverse. Durante le registrazioni hanno assunto la forma definitiva, ma solo per ragioni prettamente fisiche, nel senso, mi trovavo per caso una tromba vicino? Bene, mettiamoci la tromba.
Se dovessi scegliere tre artisti della scena attuale con cui fare tre feat quali sceglieresti e perché?
Morgan, adoro le sue canzoni e il modo che ha di approcciarsi alla musica, credo andremmo molto d’accordo.
Lucio Corsi, abbiamo la stessa passione per Bowie e mi piacciono molto i suoi testi.
Brunori Sas, l’ultimo dei cantautori. E poi mi piace la sua barba.
Cosa pensi dei live in streaming?
Da una parte c’è un rapporto diverso tra pubblico e artista, quasi più intimo. Dall’altra parte si perde l’atmosfera del concerto, tutto quello che ci sta prima insomma. Visto il momento che stiamo passando rimane però l’unico modo che abbiamo per suonare.
Il pezzo del cuore tra quelli del tuo album.
Dei sogni e dei silenzi. È una canzone che mi prende nelle viscere, ancora adesso mi piace ascoltarla, come se fosse di qualcun altro. Credo sia il pezzo a cui tengo di più, è anche la prima canzone che scrivo al pianoforte, quindi ha un doppio valore.
What do you think?