“”Imparare a nuotare” nasce in uno di quei giorni in cui si tirano le somme sugli errori del passato.”
Intervista a cura di Giorgia Groccia
IMPARARE A NUOTARE è il nuovo video di NICO (all’anagrafe Nicola Faimali) girato da Niccolò Savinelli. Il clip vede il ballerino-performer FRANCESCO BELTRANI alle prese con una coreografia in una location come la ex chiesa di Sant’Agostino a Piacenza, adibita ora nello spazio d’arte “Volumnia”.
Danza e trucco fin dall’antichità erano impiegate per avvicinare l’uomo alle divinità e pare sia proprio questa la strada intrapresa per lo stile del video, ripetere IMPARARE A NUOTARE a mo’ di mantra come a esorcizzare il concetto che gli errori sono necessari.
Raccontaci del tuo ultimo singolo, IMPARARE A NUOTARE.
“Imparare a nuotare” nasce in uno di quei giorni in cui si tirano le somme sugli errori del passato, in quel momento mi sono ricordato di un famoso aforisma di “Einstein”, un fisico, non un filosofo ma un matematico che disse: “non hai mai commesso un errore se non hai mai provato qualcosa di nuovo”, sono rimasto basito dalla sua semplicità e dalla sincerità di queste poche parole.
Parallelamente è iniziato tutto un percorso in cui ho lavorato molto su me stesso cercando di dare una motivazione agli sbagli, ho scritto tanto (e fortunatamente scrivere canzoni è un ottimo modo per conoscere se stessi) e da tutta la scrittura di quel periodo che va dal 2017 ad oggi è uscito anche questo “Tormentino” estivo in cui recito insistentemente come un mantra :”non c’è niente di male nell’andare alla deriva”, perché con gli errori non ci si può fare nulla, faranno sempre parte della nostra crescita e della nostra evoluzione.
Come nasce l’idea del videoclip?
L’idea è nata in pochissimo tempo, avevo già le idee abbastanza chiare, ho sempre sognato un video in cui c’è un po’ di ballo e con il Covid bisognava restringere le possibilità cercando situazioni alternative che non penalizzassero però il coinvolgimento visivo.
Volevo un video senza una storia da seguire o senza un finale a sorpresa ma che fosse bello da vedere e coinvolgente.
Francesco Beltrani è Niccolò Savinelli hanno fatto tutto il resto.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento e i tre album che ti hanno cambiato la vita?
Non vorrei sembrare scontato ma in assoluto i Beatles hanno cambiato il mio modo di ascoltare musica e di arrangiare le mie produzioni, Lucio Dalla mi ha letteralmente flasshato con i suoi testi e i Nirvana nel 94′ hanno nuovamente sgretolato il mio punto d’ascolto.
Per quanto riguarda invece i tre dischi che hanno cambiato la mia vita e che esulano un po’ dai miei artisti di riferimento ti dico “Pet Sound” dei Beach Boys per la maniacalità del suono, “Siamese Dream” degli Smashing Pumpkins per l’incredibile stratificazione di chitarre e una raccolta in cassetta di Mina trovata in un cesto dell’autogrill a 22 anni per i brividi nell’ascoltare voce e testi.
Preferisci la musica del passato o la musica attuale? Cosa prediligi in questo periodo della tua vita?
Sebbene io abbia da sempre una preferenza per la musica del passato, in questo momento storico posso affermare (con gioia tra l’altro) che non è tanto musica passata o nuova a farmi sentire bene quando ascolto un brano, quanto la sua immortalità, mi spiego meglio, amo la musica suonata, dove ci metti sudore, anima e cuore per produrla e fortunatamente adesso (grazie al web) puoi trovare tante cose meravigliose con spunti interessanti e ottima qualità. Queste caratteristiche sono quelle che secondo me rendono un brano o un senza tempo e quindi immortale.
Progetti futuri?
È dal lockdown che sto scrivendo un sacco di brani, ed è una cosa che da sempre mi fa stare bene, quindi scriverò tanto (anche per altri interpreti) e poi darò gli ultimi ritocchi al mio disco (ormai pronto) che vorrei far uscire in autunno.
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