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Scanzoni | tha Supreme, ovvero il Mozart della Nuova Musica Italiana

Cosa unisce il trapper romano al compositore austriaco?

Di Davide Lucarelli

Oh sì! Avete letto il titolo ed avete storto il naso, nevvero?

Ahiahiahi qui sento puzza di conservatori(o). E non che la musica classica sia un male eh, anzi, io la adoro, è, per certi versi, la Musica, quella in maiuscolo, quella perfetta, codificata. Ma, se avete storto il naso, è perché la codificazione ha, infine, colpito anche il nostro Wolfango AmedeoEppure lui, con quel fare anticonformista, apprezzato dagli innovatori e disprezzato dai vecchi polverosi, lui è colui che più facilmente associo a quello che è tha Supreme per la nostra nuova musica italiana. Mozart è stato, nel ‘700, un’inesauribile assimilatore di tutte le mode, gli stili del far musica del suo secolo, dai compositori più celebri fino a quelli più sconosciuti. Ogni genere di musica venne poi da lui trasfigurata in una nuova forma che ne rappresenta la sintesi. La stessa operazione è stata effettuata dal nostro trapper/producer con la musica italiana attuale. I vari generi, più o meno conosciuti del momento, sono stati presi, fusi e manipolati per generare un prodotto nuovo e, praticamente, inimitabile (neanche il leggendario Mark The Hammer (vedi qui) ci è riuscito). E per quanto riguarda i testi, poi… Bè, dopotutto Mozart non si scriveva i libretti… però il flow totalmente pazzo e meravigliosamente innovativo è innegabile.

 

 

Ma veniamo agli argomenti più consoni al nostro tempo.

Tha Supreme è il simbolo di come un prodotto musicale possa essere costruito ed elevato da una major partendo da fondamenta artistiche davvero solide. E’ innegabile che il successo dell’ enfant prodige della trap nostrana sia stato ricamato a dovere dalla Sony ed ammetto, in effetti, che le due statue giganti alle stazioni di Milano e Roma ancora prima che uscisse la benché minima nota del progetto tha Supreme, mi avevano fatto storcere il naso pensando all’ennesima sola in arrivo dal colosso di New York. E invece il misterioso ragazzetto dall’avatar incappucciato è il certificatissimo Davide Mattei, già producer di Salmo, Izi, Dani Faiv e tanti altri, uno che ha davvero tutto per spaccare, tranne, forse, la dovuta presenza scenica, che verrà probabilmente donata al suo avatar dalla testa a palloncino (forse a lui la chiusura dei live causa COVID non dispiacerà poi tanto).

 

 

Il progetto solista del mio omonimo è davvero un uragano nel panorama italiano, una manna dal cielo, qualcuno che dopo un tempo esagerato è davvero arrivato a creare qualcosa di nuovo in una industria che fa del riciclo la sua più grande forza, uno che è finalmente riuscito a far sentire vecchi i vecchi.

Ed è naturale che una stella così splendente faccia splendere di luce riflessa anche chi, forse così tanto splendore non lo meriterebbe. Sto parlando di Sara Mattei, o Mara Sattei, o Mata Sartei, o Matta Sarei, o, insomma, come volete chiamarla, sua sorella. Dite la verità, quanti di voi si ricordavano della Mara che ha partecipato ad Amici nel 2014. Dai, praticamente nessuno. Era una delle tante ragazzette carine che cantano. Eh niente, brava lei che c’ha il fratello prodigio.

 

 

Detto questo, mi scuso per l’excursus, ma era doveroso, mica che pensavate che in questa rubrica parlavo solo bene di tutti. Ci si vede tra due settimane, sempre avanti!

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