Sign up with your email address to be the first to know about new products, VIP offers, blog features & more.
[mc4wp_form id="4890"]
Zapisz Zapisz

Francesco Savini ci racconta il suo nuovo singolo Gatto di Schrödinger

“Un po’ come il gatto di Schrödinger / Tienimi sveglio la notte”. Così il ritornello del nuovo singolo di Francesco Savini, Gatto di Schrödinger, uscito l’11 novembre per Le Siepi Dischi. Il brano si presenta come un pezzo catchy e power pop, energico e melodico allo stesso tempo, probabilmente tra i migliori che il cantautore rosetano ci abbia regalato finora. Ce lo siamo fatti raccontare da Francesco Savini stesso in quest’intervista.

 

 

Ciao Francesco! Gatto di Schrödinger è il tuo quinto singolo del 2021: stai pubblicando tanto perché stai scrivendo tanto o stai scrivendo tanto perché stai pubblicando tanto?

Ciao ragazzi! Sì, sto pubblicando tanto perché sto scrivendo tanto. Il bello è che questi brani sono stati scritti un annetto fa e più ne escono più ne scrivo. Tornare a vivere, a uscire, a frequentare persone sicuramente ha inciso molto nel mio essere prolifico e sono davvero contento di aver ritrovato l’ispirazione.

 

Curiosa la scelta del titolo, un concetto che difficilmente pensiamo applicato alla musica. Cosa volevi rappresentare con la metafora del Gatto di Schrödinger?

Quello del “Gatto di Schrödinger” viene considerato come uno dei paradossi per eccellenza, un po’ come le relazioni. C’è chi ne ha di più, chi ne ha di meno, chi non ne ha mai avuta una ed è strano pensare che la persona che ci è a fianco sia capitata proprio in un determinato momento della nostra vita, talmente strano da -spesso- aver paura di quello che significa quella relazione nella tua vita. Per questo il Gatto di Schrödinger: perché così come non sappiamo se il gatto è vivo o morto o entrambi, non sappiamo se una persona è giusta, sbagliata o entrambe le cose.

 

La nuova canzone fa leva a livello di testo sulla frase “tienimi sveglio la notte” ripetuta più volte a fine ritornello. Ce la puoi spiegare?

Ho scritto questa canzone dopo una litigata con la mia ragazza, di quelle in cui ci si urlano addosso tante parole che non si pensano davvero che non ti fanno dormire la notte, che ti fanno girare nel letto senza trovare la posizione giusta. Così mi chiedevo tra me e me se avesse senso continuare a stare insieme nonostante il forte sentimento, ma nello stesso tempo pensavo che non ne avrei mai trovata un’altra come lei: da qui il paradosso. I pensieri si autoalimentavano tanto da farmi passare la notte in bianco.

 

Gatto di Schrödinger sembra dare una bella botta rispetto ai sound più intimisti dei due singoli precedenti, Zenzero ed Equatore. L’ordine di pubblicazione è cronologico o scelto “a tavolino”? C’è un motivo per cui questo brano suona più “power pop” degli altri due?

In realtà abbiamo seguito un ordine più inerente al suono delle canzoni e a quale periodo dell’anno si abbinassero meglio. Gatto di Schrödinger aveva secondo noi un suono più autunnale: macchina con i finestrini chiusi per urlare “TIENIMI SVEGLIO LA NOTTEEE” in faccia a chi vogliamo bene. Suona più “power pop” perché l’arrangiamento è frutto di dieci giorni chiuso nello studio di un mio amico insieme alla mia band dove suonavamo tutti i giorni i Jefferson Airplane.

 

In Equatore parli di ipocondria; qui parli anche di paranoie. Sei una persona paranoica/ansiosa in generale o si tratta più che altro di una coincidenza, magari legata al periodo particolare in cui hai scritto questi due brani?

Sono una persona molto ansiosa e l’ipocondria è, a mio avviso, una sfaccettatura dell’essere ansioso. L’anno scorso, e quest’anno anche di più, è stato un anno particolare, in cui tra COVID e incertezze generali le ansie si sono moltiplicate. Ci sto lavorando e credo vada meglio.

 

È passato poco più di un anno da quando hai pubblicato il tuo primo singolo, Maratoneti. Te la senti di fare un primo provvisorio bilancio del percorso di Francesco Savini sin qui?

Oddio, mi mette ansia fare i bilanci. Penso che stiamo costruendo un bellissimo percorso sia artistico che umano e quando dico “stiamo” lo dico perché insieme a me stanno lavorando tante persone e sento che stiamo crescendo tutti insieme. Abbiamo ottenuto tante cose che un anno fa non mi sarei mai sognato e spero di ottenerne tante altre; bisogna essere sempre sul pezzo!

 

Qual è la cosa più strana che ti sia capitato di dover fare nel corso di questi dodici mesi per promuovere la tua musica?

Stampare e impacchettare delle tisane allo zenzero con il mio faccione sopra ed il codice QR e fare il giro delle radio più importanti di Milano per consegnarle di persona. Devo dire che è andata bene visto che mi ha ricontattato Lattemiele per fare un’intervista! Stavolta consegneremo gatti vestiti da supereroe, preparatevi.

 

E qual è invece il tuo più grande rimpianto finora nella vita?

Quello di non essermi portato un cappotto più pesante l’altro giorno allo stadio così forse non avrei preso il raffreddore!

No Comments Yet.

What do you think?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *