Forse non eravamo più abituati ai concerti, perchè c’è stato il Covid, nel frattempo sono passati due anni, e due anni sono abbastanza per sentirsi più vecchi, preferire le serie tv ai locali e Spotify all’underground. E poi c’è anche il fatto che forse, anche prima del Covid, eravamo sempre meno abituati alla musica dal vivo, perchè ci eravamo drogati di show case con le basi e cantautorato rap. Essere qui oggi, alla festa di Dischi Sotterranei significa anche un po’ riappropiarsi di quell’identità scatenata che avevamo lasciato sul divano e nella playlist Scuola Indie. Dal 26 al 28 a Padova, l’etichetta Dischi Sotterranei (Post-Nebbia, Jesse The Faccio, Pietro Berselli…) ha voluto fare la sua festa: 3 giorni, 3 palchi e più di 15 tra concerti e dj set fino a tarda notte, dopo una pandemia globale e le difficoltà del settore: la resistenza musicale della provincia finalmente riunita, una linea up d’eccezione.
Ci è piaciuta Vipera: folletto musicale e pupilla dei C+C=Maxigross che ha portato un set magico e folle. Ci siamo innamorati dei Vanarin la cui magia eterea come di una Bristol sotto acidi ci mancava, e ci siamo innamorati di tutte le birre che abbiamo bevuto, e che ci eravamo dimenticati quanto era bello bere con la gran cassa che ci esplode nel torace. Ci siamo innamorati di MIVERGOGNO!, vera rivelazione di questo weekend alcolico, di Jesse The Faccio (e del nuovo progetto TA GA DA, se non abbiamo capito male), l’unico che può essere sia un timido romantico, che un folle che si butta sul pubblico prendendosi gomitate a destra e a manca. Ci siamo innamorati al DJ set degli Exit Exit (omen nomen), quando abbiamo dovuto lasciare tutto.
Sarà stupido, ma è stato bello innamorarsi di nuovo. Ritrovarsi corpo a corpo, senza essere costretti a ballare su sedie di plastica, senza doversi per forza sentire soli, a guardare un concerto. Dischi Sotterranei ci ha ricordato quanto ci mancavano i festival, la musica dal vivo quotidiana e quanto ci piacevano le chitarre. Ora che siamo tornati, non capiamo neanche come sia stato possibile scordarselo. Alla prossima!
foto di Simone Pezzolati x Lomography Italia
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