Sad movida è la mattina ancora buia con gli occhi rossi e il cuore a mille, con quella strana magia nell’aria che rende tutto possibile per qualche istante. Sad Movida è l’album di debutto di Margherita Grechi, una raccolta di immagini notturne in formato mp3, sfocate in quel momento senza filtri in cui torniamo a casa dopo una serata in discoteca. Un mix tra sperimentazione musicale di vari generi, intimità e il modo di raccontarla. Sono canzoni figlie dell’immaginario del Club, sognanti e scure. Un disco dedicato inevitabilmente noi che si sentivamo tristi nei locali, ma ne sentiamo terribilmente la mancanza.
Abbiamo deciso di parlarne direttamente con lei.
• Che cos’è la sad movida?
La Sad Movida è quello che purtroppo ci siamo un po’ persi con la pandemia. E’ l’aspetto più sentimentale e un po’ magico della vita notturna. Una conversazione sincera e personale con se stessi mentre torniamo a casa dopo la serata in Discoteca. Quel momento in cui la città sembra tutta tua, la luna ti accompagna e tu le racconti di te a cuore aperto.
• In che modo questi due anni di pandemia ti hanno cambiata? E in che modo pensi abbiano cambiato la scena di Milano?
Questi anni di pandemia mi hanno cambiata e fatta crescere, mi hanno regalato del tempo per fermarmi, riflettere e per scrivere canzoni. Sono stati anni difficili dai quali ho cercato di trarre qualcosa di positivo e in cui ho cercato di trasformare il tempo perso in tempo guadagnato. Siamo cambiati un po’ tutti. Anche Milano è cambiata. Tutti i posti che mi hanno aiutata a crescere sia professionalmente ma soprattutto personalmente adesso sono chiusi o in seria difficoltà. Persone e luoghi che hanno nutrito e colorato per anni le proprie città che vengono ignorati e considerati superflui.
Senza di loro credo che alla città manchi lo stimolo per uscire di casa. Con i recenti risvolti della pandemia Milano è cambiata anche per questo. Con i locali chiusi si esce senza grandi slanci emotivi per tornare a casa stanchi e svegliarsi ancora più stanchi, disillusi e demotivati.
• Cosa significa parlare di movida nel 2022?
Purtroppo oggi la parola ‘’Movida’’ ha assunto un po’ dei connotati negativi, a forza di renderla un grigio cappio espiatorio. Di quella Movida di cui mi sono innamorata e che mi ha dato così tanto da decidere di farne il mio lavoro, è rimasto ben poco.
Quanto era bello uscire per andarti a nutrire di qualcosa, di un evento culturale, di energia, di incontri speciali, inaspettati, di qualcosa che ti cambiava emotivamente e da cui traevi degli stimoli, qualcosa che metteva in moto un meccanismo di riflessione, di crescita, di ricerca. Tutto questo è ciò che il giorno dopo ti rimane e ti motiva, quella cosa che ti fa svegliare pieno di energia anche se hai esagerato con i drink. Adesso è rimasta solo l’ubriacatura e un grande mal di testa. Siamo costretti a chiudere ed aprire da un giorno all’altro i locali senza poter di fatto programmare niente a lungo termine e dover costantemente ‘’ricalcolare’’, come fanno i navigatori del cellulare quando si sbaglia strada di continuo. E la gente è spaventata e davvero stanca di sentirsi in colpa per il lavoro che ha scelto.
• Cosa ci puoi raccontare della tua collaborazione lavorativa con Elodie? Qualche aneddoto da backstage?
Ti posso dire che ci divertiamo un sacco. Elodie ha un carattere davvero energetico e travolgente. Con lei e il resto della squadra (composta quasi al 100% da ragazze) ci facciamo sempre delle grandi risate, ci facciamo scherzi, ci raccontiamo tutto, proprio come si fa con delle sorelle. Lavorare con Elo è una delle cose più belle, stimolanti e divertenti che mi siano mai capitate.
• Quali sono i tuoi piani per l’anno nuovo?
I piani per l’anno nuovo sono quelli di portare questo disco live (covid permettendo) e sicuramente di continuare a scrivere e produrre canzoni.
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