Un’esigenza di ritmo ma anche di libertà: BUM BUM BUM è il nuovo grido di IMMUNE. Un sogno carnale, quello del cantautore piemontese, che riparte da una canzone che non ha paura di suonare pop e anche sfacciata. BUM BUM BUM è il ritmo del presente, ed è anche la prima uscita della nuova etichetta LEVEL UP DISCHI (distribuzione AMUSE).
“BUM BUM BUM è un rigurgito non sense figlio della noia, è un vestito per tutte le stagioni, BUM BUM BUM esaudisce ogni tua emozione, incazzato o felice o ricco di confusione, BUM BUM BUM va sempre bene, perché è una “canzone del cazzo” e ci può forse far capire quanto è bello lasciarsi andare senza stare dentro confini o regole prestabilite”
INTERVISTA
Il tuo disco è uscito con un sacco di ritardo a causa della pandemia. Come hai vissuto quei mesi?
Devo ancora capirlo adesso, è stato un periodo strano. Ho iniziato il mio percorso nell’ottobre 2019 e poco dopo l’uscita del mio secondo singolo a Gennaio 2020 è scoppiata la pandemia. Non ero rodato ma anzi ero all’inizio e quindi ho vissuto tutto come un film , un assurdo film , chiuso in casa in lockdown pensando sarebbe durato poco ma invece non si fermò facendo crollare certezze e obbligandoti a cambiare piani vivendo tutto con un filo di frustrazione, facendo delle scelte. La mia è stata procrastinare allungando così il giro di boa che portava all’uscita del disco.
A cosa sei veramente immune? O è un paradosso il tuo nome?
Immune è un monito per me, immune alla paura è ciò che spero di essere, alla paura di non farcela di non realizzare i propri obbiettivi nella vita. E ogni volta che lo leggo mi ricordo un po’ di quanto possiamo essere fragili ma allo stesso tempo forti e coraggiosi da diventare immuni da noi stessi.
Bum bum bum è una canzone del “cazzo” questo te l’abbiamo rubato. Cosa ti ha ispirato nella scrittura?
L‘ho scritta in piena estate mentre mi divertivo con i synth e il microfono, cazzeggiando. Mi ha ispirato la noia. Senza schemi, senza preconcetti ho scritto alla “cazzo” quello che mi veniva in mente sulla base di vicissitudini di vita passata e frasi “non sense”, senza pensarci troppo. Voglia di cambiare range vocale, stile nelle metriche, sperimentare roba diversa. Lasciarsi andare è stato il motto per scrivere questo brano.
Origami è il titolo del tuo disco ed è stato pubblicato a Marzo 2021, cosa rappresenta per te a livello emotivo questo album? Qual è il tuo origami preferito?
Origami è un collage che contiene brani scritti a distanza di anni e di periodi diversi, qualcosa che dovevo lasciarmi alle spalle. Parla di amori passati, chiusi male, esperienze e viaggi che mi hanno arricchito come persona, un bagaglio emotivo che racchiude persone che non fanno più parte della mia vita, un capitolo chiuso che ricorderò a volte con amarezza a volte con piacere, che farà parte di me per sempre ed ora è anche rinchiuso in un disco. Gli origami sono tutti belli, racchiudono eleganza e fragilità e possono avere qualsiasi forma, un po’ come noi che ci modelliamo in base alle nostre scelte costruendo le nostre caratteristiche, che esse siano pungenti come il becco di una gru o lisce e rotonde come il petalo di un fiore.
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