Dal 18 Febbraio 2022 sarà disponibile in rotazione radiofonica “E’ Meridionale”, il nuovo singolo di Giuliano Gabriele & Officine Meridionali. Il brano, composto in perfetto stile popolare da Giuliano Gabriele per lanciare il suo nuovo progetto collettivo Officine Meridionali Orchestra, da voce alle voci dialettali tipiche, facendole dialogare sul ritmo frenetico del tamburello, mitigato da dolci melodie di plettri e aerofoni che cercano spazio nella musica contemporanea per riemergere e stupire. Percorrendo l’intero brano si giunge, nella parte finale in lingua, dove Giuliano volutamente sottolinea il suo passaggio alla canzone d’autore, dato che a breve pubblicherà il suo primo album da cantautore.
Come sempre, abbiamo deciso di fargli qualche domanda!
1. Come nasce il tuo nuovo singolo “E’ meridionale?” e che cosa volevi comunicare?
È una vera e propria dichiarazione d’amore, la mia dichiarazione d’amore nei confronti della musica meridionale; una musica che mi ha dato tutto ed a cui io ho voluto rendere omaggio assieme ad eccellenti amici musicisti, con una canzone speciale che racchiudesse i luoghi comuni, i paesaggi, le sensazioni e le fragilità di questa terra unica. Un collettivo ed una musica per esorcizzare il momento negativo e ritornare forti e compatti. Vogliamo riprenderci le piazze, le feste popolari e tornare ad abbracciarci, sudare e, soprattutto per noi, a far danzare, prerogativa fondamentale della musica popolare.
2. Come hai collaborato con il regista Mattia Crolla? Come avete creato una connessione tra il video e il brano?
Mattia lo conosco da tempo, ha iniziato la sua attività di cameraman e regista insieme a noi, e da bambino è stato mio allievo di Organetto, abbiamo un rapporto davvero fraterno, per cui lui sa benissimo quali sono le mie visioni musicali sa tradurre ormai molto bene la mia musica in immagini. Colgo l’occasione per ringraziarlo per la sua tenacia e bravura oltre che per la sua estrema pazienza.
3. A chi dice che la musica popolare è fuori moda, cosa rispondiamo?
Rispondo che la musica popolare, detta anche Folk, Wolrd Music, Global Music, Etnica, Tradizionale è qualcosa di davvero sconfinato, se volessi paragonarla ad una foresta ad esempio potrei dire che il Pop è il Parco Nazionale d’Abruzzo, le musiche del mondo sono l’Amazzonia. Dire che la musica popolare è fuori moda vuol dire non sapere da dove viene la musica attuale, come è nata, dove affonda le sue origini, quindi significa capire davvero poco di musica in generale. E’ anche vero poi che essendo la musica popolare un settore molto vasto c’è una forte probabilità di avventurarsi in cose magari poco trend, fighette, e a volte scadere addirittura nel trasch, ma come tutte le musiche ha una sua logica e dignità. Le musiche del mondo hanno determinato gli stilemi della musica moderna e continueranno a farlo; grazie anche alla rete, sempre più artisti, strumenti e generi si mescoleranno dando vita alle musiche del futuro. La musica popolare è una chiave fondamentale che influenzerà per sempre la musica del futuro, ottimo deterrente contro qualsiasi tipo di conformismo artistico musicale. Aggiungo inoltre che non esistono musiche alla moda ormai, visto che le mode musicali cambiano ogni due tre mesi.
4. Perchè parli di un Meridione “fragile”?
Il Meridione è fragile economicamente, psicologicamente, strutturalmente. Mi spiego meglio: il sud Italia è una terra meravigliosa e ha un popolo brillante ed accogliente, tutto il mondo conosce la forza e la bellezza del meridione, ma non tutti lavorano per migliorarlo e per risolvere i grossi problemi che affliggono questo pezzo di paese. Vi sembra normale che la Calabria e la Sicilia siano tra le regioni più povere d’Europa? I giovani stanno ricominciando a fare le valige, anzi probabilmente non si sono mai fermati al sud. Una terra bellissima ma senza una politica giusta è una terra senza speranza, una terra fragile che rischia di soccombere davanti le difficili sfide che il futuro prossimo ci riserva.
5. Come stai in questo momento?
Benissimo e malissimo, questo non vuol dire che io sia bipolare, ma è una costante della mia vita e forse dell’intera umanità. Si studia e si combatte, si riflette, si crea, per affrontare con estrema coscienza l’incertezza del domani. Detto questo posso affermare con convinzione che la musica e l’arte mi hanno salvato.
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