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Gli Shkodra Elektronike, la musica degli zingari che non ci meritiamo | Recensione

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Le atmosfere di rave ai confini del mondo, un mondo post-apocalittico dai tratti mediorientali. Questo è più o meno quello che ci offrono gli Shkodra Elektronike nel loro disco di debutto Live @ UzinaLoro sono Beatriçe Gjergji Kole Laca (già conosciuto per la sua intensa attività live nella scena indipendente, soprattutto con Il Teatro Degli Orrori). Ciò che fanno è semplice ma straniante: scavare nel repertorio della loro città natale in Albania, Scutari, per rielaborare in chiave elettronica i canti popolari a cui sono più affezionati. Il risultato è un’esplosione lontana, un lamento di una tribù locale di un paese lontano, qualcosa che difficilmente riuscirete a togliervi dalle orecchie e dalla pelle.

La tracklist comprende infatti 4 brani (+ un remix) tradizionali scutarini, riarrangiati in chiave elettronica e suonati dal vivo in un vecchio teatro di posa della periferia di Tirana, la capitale dell’Albania. Una periferia abbandonata, una città che si svuota, le radici culturali di un posto che forse non esiste più come ce lo ricordavamo. Per quanto questo disco sia stato registrato e pensato prima di tutto ciò che stiamo vendendo, in Ucraina per intenderci, è proprio lì che ci riporta, in un tormento post moderno che è impossibile interrompere.

Sono grato di aver ascoltato questo disco in un momento come questo, dove mi sembra di perdere tutto (e in effetti ho anche perso qualcosa di molto importante ultimamente, non parleremo di questo) e dove tutto sembra sgretolarsi, il tutto senza la consueta ironia da social. Questo disco, senza volerlo, è la rappresentazione perfetta del nostro tempo, e di tutte le crisi quotidiani che ne susseguono. Non capirete una parola, ma lasciatevi assorbire da queste melodie antiche, che palpitano ancora grazie alla voce stupendamente grezza di Beatrice Gjergji, perchè non ve ne pentirete.

Una delle esperienze migliori che farete quest’anno.

CM

 

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