GIORGIO CONSOLI, attore e performer pugliese presenta: “CORALLI COTTI A COLAZIONE” un percorso narrativo e sonoro tutto da esperire disponibile dal 6 maggio su tutte le piattaforme digitali
Questo non è un album vero e proprio, non è un audiolibro e né propriamente un racconto sonoro: è tutto e niente di tutto ciò.
“Coralli cotti a colazione” è un’opera sonora di ventiquattro tracce che raccontano storie, condivisibili, evocative e a tratti struggenti. Nell’emozionalità che trasuda da queste tracce si percepisce una straordinaria autenticità nonché l’essenza di un essere umano che dal sentirsi solo può finalmente percepirsi compreso. L’opera è un sunto del percorso umano e artistico che ha portato l’attore e performer pugliese Giorgio Consoli fin qui, ovvero a voler condividere parte della propria esistenza.
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Giorgio Consoli è un attore, autore e performer pugliese che ha pubblicato l’opera sonora “Coralli Cotti a Colazione”. Sono tante le caratteristiche che si possono analizzare a partire da quest’opera, da cui si può intuire non solo l’intenzionale autenticità, ma anche un approfondito studio delle dinamiche emozionali rese ottimamente dalla recitazione.
Ma si proceda con ordine: “Coralli Cotti a Colazione” è una di quelle opere su cui si fa prima a dire cosa non è: non è un album musicale vero e proprio, non è un audiolibro e non è nemmeno così intuitivo come forse può sembrare. L’opera è un percorso sonoro e narrativo ricco di suggestioni, che si dipanano in ventiquattro tracce caratterizzate da una voce molto profonda e da un accompagnamento decisamente molto azzeccato.
L’opera si apre con la traccia dal titolo “Autoritratto”, che l’artista definisce come un corredo emozionale arricchito negli anni; l’ascolto procede con un haiku di ricordi soffusi, dal titolo “Serrande” per poi diramarsi in altre tracce struggenti ma capaci sicuramente di determinare un ascolto catartico.
In questa opera narrativa ci sono le suggestioni di una città marina e peculiare come Taranto ma anche di un periodo storico come quello pandemico; c’è l’irriverenza dei giochi di parole arguti che tanto sembrano essere cari all’artista Giorgio Consoli. Quest’opera non è semplice da spiegare, infatti se ne raccomanda l’ascolto.
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