Esce venerdì 20 maggio 2022 “Qualcuno“, il singolo di debutto del progetto di iako (tutto minuscolo). Un primo capitolo definitivo per l’atipico cantautore classe 1995 che ci introduce a un EP di prossima uscita: “Qualcuno” è una matrioska di melodie malinconiche che danzano su suoni elettronici incalzanti, un inno catartico per riflettere sulla cultura della produttività incessante. Tra vulnerabilità e determinazione, con la sua voce in punta di piedi iako vuole ricordarci (e ricordarsi) che siamo più di quello che facciamo.
Non potevamo che fargli qualche domanda!
– “Qualcuno” e la tua visione del lavoro ha qualcosa a che fare con la tua esperienza a Londra?
Sicuramente Londra mi ha aperto gli occhi su molte dinamiche che ci colpiscono quotidianamente a livello lavorativo, anche se credo che la tendenza sia globale più che circoscritta al Regno Unito. Credo anche che siamo vicini a un punto di svolta, e che il cosiddetto ‘grindset’ che è il leitmotiv degli ultimi stia venendo ridimensionato a favore di condizioni lavorative più umane.
– Come nasce un brano di iako? Hai sviluppato un metodo? Sentiremo presto del materiale nuovo?
Ci sono alcune frasi, espressioni o anche singole parole che hanno una risonanza particolare per me; quando le sento, qualcosa in me si accende in maniera automatica e devo assolutamente scriverle da qualche parte. Inizialmente le raccolgo senza un filo logico, ma quando iniziano ad essere abbastanza numerose solitamente scopro che alcune sono correlate o che si abbinano bene musicalmente, ed è lì che solitamente iniziano i brani. Ho del materiale pronto da parecchio tempo, ed ora che è finalmente arrivato il momento di lasciarlo andare non potrei essere più entusiasta e spaventato allo stesso tempo.
– Il Covid ha rallentato il tuo progetto musicale in qualche modo? Come hai sfruttato il tempo il tempo in più concesso dalla quarantena?
Sicuramente mi ha fatto riflettere sulle mie priorità; se prima tendevo a non prendere decisioni definitive, a livello musicale ma anche personale, dopo la pandemia mi sento più capace di concentrarmi sul mio percorso senza farmi continuamente abbagliare da altre strade. Ho sfruttato la quarantena per studiare, principalmente produzione, e per collaborare con altri artisti online.
– Cosa non funziona nella scena musicale in Italia?
Credo che la scena musicale italiana si sia evoluta molto rispetto a quando sono partito per Londra nel 2015; c’è ancora un po’ la tendenza a scimmiottare le cose che funzionano già musicalmente, senza ricercare l’unicità negli artisti e nei loro lavori. Devo dire però che da quando sono tornato ho avuto modo di ascoltare parecchi progetti emergenti che mi hanno entusiasmato, e credo che anche l’Italia si stia allineando a industrie musicali storicamente più innovative.
– Come proseguirà la tua estate?
Per il momento mi godo le uscite dei miei pezzi (il 24 giugno esce il secondo), e ho un paio di concerti che userò per testare le nuove canzoni e implementare il mio set elettronico. A un certo punto mi ritirerò in montagna da solo, per riflettere e concentrarmi sulle prossime avventure, musicali e non.
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