Venerdì 22 aprile esce Krabu di Rumba de Bodas, per la label italotedesca Rubik Media, disponibile da questa data su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica. È un inno alla musica africana, un inno alla vita, un viaggio musicale senza sosta alla scoperta del continente nero. Il brano, scritto dal bassista Giacomo Vianello Vos, cerca di racchiudere quanti più sapori africani mischiati insieme, dalla Tanzania al Mali, dal Madagascar alla Guinea Bissau. Ritmo, melodie e arrangiamenti incalzanti trasportano subito l’ascoltatore in luoghi caldi e potenti, vivi. Rimanere immobili sarà un’impresa ardua: in pieno stile Rumba de Bodas!
Li abbiamo incontrati e abbiamo fatto loro qualche domanda!
1. Come avete passato questi ultimi due anni dove il Covid ha cambiato i piani di molti? Com’è stata per voi?
Questi due anni sono stati veramente terribili, e tra le categorie più colpite rientrano sicuramente i lavoratori dello spettacolo. Rispetto al nostro progetto, le limitazioni alla musica dal vivo ci hanno ostacolato molto, non solo dal punto di vista musicale ma anche umano. In generale la mancanza di un’inquadratura normativa e assistenziale della categoria si è fatta sentire ed è venuta fuori più che mai la necessità di qualificare a livello lavorativo questa professione per tutelare chi la svolge. Speriamo veramente che questa sia la volta buona per ottenere qualche cambiamento.
2. In che modo il Covid vi è stato utile in qualcosa? Come avete passato il tempo in più concesso dalla quarantena?
Per alcuni di noi la quarantena è stato un periodo molto proficuo a livello creativo: ad esempio il nostro batterista ha scritto diversi pezzi, che saranno nel nostro prossimo EP in uscita ad ottobre; il tastierista invece si è laureato in conservatorio… Per il resto ci siamo dedicati a noi stessi e per la prima volta dopo anni di tour siamo riusciti ad andare in vacanza d’estate!
3. Come nasce la vostra collaborazione con Rubik Media?
La collaborazione con Carmela, nostra manager e cotitolare di Rubik Media, dura ormai da più di 7 anni. Ci siamo conosciuti ad un concerto che facemmo al Boomtown Fair nel Regno Unito e inizialmente cominciò a farci da booker. Poi dopo diversi anni di collaborazione ha deciso di investire nel nostro progetto e farlo crescere ancora di più, ed eccoci qua. E’ bello avere qualcuno accanto che crede nella nostra musica e che soprattutto conosce le nostre origini, che ci portiamo sempre dentro.
4. Cos’è cambiato nel mercato musicale da quando avete iniziato?
In14 anni di Rumba sono cambiate veramente tante cose. Innanzitutto i social, ormai indispensabili per ogni artista. Curare i propri profili è diventata una vera e propria mansione per l’artista, che spesso si deve anche affidare a figure professionali per svolgerla. Essere sui social, e soprattutto esserci in maniera costante e professionale, è ormai necessario per ogni artista che voglia essere ascoltato e seguito. In secondo luogo, l’omologazione musicale è sempre più forte: a causa della globalizzazione, ci sono alcuni generi musicali che hanno raggiunto una dimensione planetaria (trap, reggaeton,…) e che ogni paese cerca di riprodurre, declinandolo nella propria lingua e contesto sociale. Da un lato può essere interessante, ma dall’altro lascia poco spazio alla ricerca musicale, e soprattutto anestetizza il grande pubblico verso sonorità diverse. Nella nostra musica abbiamo sempre cercato di riportare quante più influenze e storie possibili, e questa tendenza un po’ ci spaventa perché non capire la Musica è molto peggio che non ascoltarla.
5. E ora?
E ora si riparte con tanta nuova musica! In questi due anni di fermo abbiamo lavorato a cose nuove, ci siamo spinti un po’ più in là con la creazione e siamo carichi di farvi sentire ciò che è venuto fuori. Abbiamo un EP in uscita ad ottobre e due nuovi singoli in uscita quest’estate, un album per il 2023. E per chi viene a sentirci live abbiamo anche una sorpresina inedita… ma non diciamo altro, vi aspettiamo sotto al palco!
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