Lo sai che c’è è il quarto singolo della band fiorentina Aida, frutto dell’incontro con Francesco Pellegrini (Criminal Jokers, Zen Circus), qui in veste di produttore – così come lo è stato dei precedenti tre – e suonatore di bastone della pioggia. Il brano, scritto e suonato dagli Aida, esce per l’etichetta BlackCandy, in collaborazione con Dischi Maestro; distribuzione a cura di Believe. Abbiamo fatto qualche domanda al gruppo per saperne qualcosa di più:
Eccoci qui, Aida! Allora, leggiamo il vostro nome e ci vengono in mente, nella musica, due cose: Rino Gaetano e Giuseppe Verdi. Voi da che parte state?
Senza niente togliere a Beppe, siamo con Rino. In realtà l’idea di chiamarsi con il titolo di un album del nostro autore preferito l’abbiamo rubata a un gruppo australiano di cui suonavamo insieme le canzoni (gli Sticky Fingers).
Ve lo ricordate il giorno delle vostre prime prove?
Regalateci un revival del pas- sato, momento amarcord! In realtà no, ma sicuro venne fuori qualcosa di brutto. Eravamo piccolini e sbarbati e la prima cosa che abbiamo organizzato fu andare a fare un “servizio” fotografico (per modo di dire) fra le strade nella campagna fuori Firenze. Poi le prime prove erano con il cajon in camera suonando sul letto.
Dopo un percorso fatto di diversi singoli, arrivate oggi alla pubblicazione di un brano “fumino”, che a suo modo mescola rock e canzone d’autore: come nasce il brano, ed esiste un filo rosso capace di congiungere quanto fin qui da voi pubblicato?
Il brano è nato qualche annetto fa e è stato arrangiato in realtà via via suonandolo davanti alle persone. Ci è sempre piaciuta l’idea di cori collettivi che tutti possano can- tare e qui l’abbiamo voluta mettere. Un filo che congiunge le canzoni pubblicate c’è ed ha un nome e un cognome: Francesco Pellegrini. È il nostro produttore, amico, zio, cugino, manager. Lo conoscemmo poco prima del lockdown e questa canzone è la prima su cui abbiamo lavorato insieme. Tutti i singoli che abbiamo fatto uscire sono stati registrati con lui al nostro fianco. Continuiamo a parlare del brano, perché vorremmo saperne di più del vostro approccio al lavoro: siete soliti lavorare in solitaria, oppure vi fate affiancare da un team ben preciso? Di solito lavoriamo tra di noi, sia in fase di scrittura che di arrangiamento e produzione. In questo brano è stata fondamentale la presenza del Maestro in veste di produttore artistico a cui ci siamo completamente affidati.
Il testo infuocato del brano alla fine sembra quasi far capire che l’unico modo per guarire sia dimenticare: quali sono le cose di cui gli Aida, oggi, vorrebbero dimenticarsi?
Vogliamo dimenticarci della noia degli ultimi anni.
E ora? Prossimi step, prossimi appuntamenti dal vivo?
Sembriamo quasi una band seria, abbiamo 16 date. Si parte con Montelupo Fiorentino prima de i Camillas (8 luglio) e Montespertoli al RockUnMonte Festival prima di Lorenzo Kruger.
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