Esce venerdì 30 settembre 2022 per Disordine Dischi e in distribuzione Believe “Calzini Bucati”, il nuovo singolo di Kenai, moniker di Salvatore Sellitti. Si tratta del primo brano scritto a quattro mani dallo stesso Kenai, classe 2003, e il produttore e autore Paci Ciotola: si è creata l’atmosfera ideale per un pezzo indie-pop. Il brano racconta di una storia d’amore dalla quale Kenai è stato travolto e stravolto, soprattutto a seguito della fine della relazione avvenuta d’estate. Il testo racconta per metafore tutte le sensazioni, spesso contrastanti, che si provano dopo una brusca rottura, quali possono essere la rabbia o la gelosia, ma anche nostalgia e rimpianto accompagnate però sempre dall’amore. La canzone tocca anche tematiche delicate come i DCA, raccontando attraverso numerosi richiami testuali, l’attaccamento al cibo del ragazzo, il quale sembra avere tra i suoi pensieri soltanto la “bambola Mariachi” ed il frigo da svuotare.
Questo brano rappresenta per Kenai un punto di arrivo per quanto riguarda le sue consapevolezze ed i DCA, e vuole rappresentare altresì un punto di partenza per coloro che non vedono la luce alla fine del tunnel affinché possano trovare il coraggio di cambiare se stessi e le persone circostanti.
Ne abbiamo parlato con lui.
– Cosa rappresentano per te i calzini bucati, del tuo ultimo singolo?
Penso che ognuno si sia ritrovato dei calzini bucati nel proprio cassetto, se così non dovesse essere, sappiate che a me è capitato. Mi danno l’idea di vissuto, di noncuranza, di un qualcosa che hai indossato e che hai rotto senza neanche accorgertene, se te ne fossi accorto infatti li avresti sicuramente buttati via, invece, li hai riposti. È stato solo quando li hai ripresi dal cassetto che ti sei accorto che fossero bucati. Ho accostato quest’idea dei calzini bucati a quella di ferite ancora aperte ma nascoste con cura. Arriva sicuramente un momento in cui, aprendo il cassetto, queste ferite escono fuori e si deve provare a curarle e farle rimarginare.
– Non hai paura di esporti troppo nei tuoi brani? Ti sono mai state fatte domande troppo personali?
Questa è un’ottima domanda. Sì e no. Ho paura di espormi nel senso che ho paura io stesso di scoprire dei lati di me. Utilizzo la scrittura come una sorta di autoanalisi, un modo per conoscere a fondo me stesso, e a volte mi sono trovato davanti a delle emozioni o dei ricordi di cui avevo effettivamente paura. Non ho paura invece del giudizio degli altri, il fatto che io riesca a mostrare parti di me al pubblico è solo una grandissima soddisfazione. Le domande personali? Se sono poste con malizia rispondo infastidito, ma se la risposta può aiutare qualcuno che si trova in difficoltà, sono assolutamente contento di rispondere.
– “Calzini bucati” è anche una canzone d’amore?
Più che di amore racconta di amaro. Parla dell’amaro in bocca che ti lascia una bella storia d’amore, quanto più è stata bella, tanto più sarà amaro il sapore che lascerà. Parla di malinconia, di nostalgia, che trovo degli stati d’animo assolutamente affascinanti. Nostalgia vuol dire letteralmente “dolore del ritorno”, inteso come la tristezza dovuta alla lontananza di qualcuno, nel caso di “Calzini bucati”, della ragazza di cui si parla. Non è stato facile parlare della fine di un amore, perché dentro di me l’amore non si era affatto completamente esaurito.
– Cosa hai in programma nel tuo futuro più vicino?
Ho in programma tanta, tanta musica. Abbiamo già dei pezzi pronti, ognuno di loro racconta una parte diversa di me. Scrivendo alcuni di questi pezzi ho pianto più volte, ma è proprio creandoli e modellandoli che sono riuscito a superare delle situazioni che ancora scottavano e che sarebbero rimaste piantate nella mia testa per molto altro tempo. Non vedo l’ora di farvi ascoltare altro, abbiamo appena iniziato e a scrivere ci sto prendendo gusto.
– Quelli in copertina sono veramente i tuoi calzini?
Finalmente questa domanda! Sì, sono i miei calzini! Sono belli no? Nel caso in cui voi di Tutti Giù Parterre ne voleste un paio, beh, sappiate che sono molto geloso e che quindi li terrò tutti per me.
Grazie mille a Tutti Giù Parterre per aver voluto conoscermi e grazie a voi lettori per aver letto ciò che avevo da dire!
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