“scusa” è il nuovo singolo di oli?, in uscita venerdì 28 ottobre per Warner Music Italy, primo capitolo di una nuova fase musicale dell’artista.
Il giovane cantautore, dal songwriting elegante ed emotivo, scrive e compone un brano che parla di un tema più che mai attuale: quello dell’abuso emotivo all’interno di una relazione tossica. oli? affronta con estrema lucidità un argomento delicato, sviscerando quel tipo di violenza psicologica che non lascia segni sulla pelle, ma che colpisce in modo più subdolo, lento e corrosivo.
Il primo passo lungo la strada della guarigione e del self love è riconoscere l’abuso con noi stessi: “scusa” è un intimo sfogo terapeutico, un invito universale a chiunque si trovi in una situazione di difficoltà a ritagliare un momento per prendersi cura di se stessi. Ad accompagnare la voce di oli? c’è l’ennesima magia di Riccardo Scirè, uno dei producer più richiesti del panorama italiano, fatta di chitarre acustiche ed elettriche, synth bass e batteria nella quale si intreccia nuovo pop cantautorale e pop punk.
Eravamo curiosi di saperne qualcosa in più.
- Che cosa ti porta a chiedere scusa? E come mai hai deciso di scrivere una canzone su questa cosa?
Credo che “scusa” sia una delle parole più difficili da pronunciare, soprattutto dopo un conflitto, e allo stesso tempo la chiave che risolve il tutto e salva le relazioni. Pensare che una parola possa, a volte, cambiare il destino di due persone, mi ha fatto pensare.
- E cosa c’è di autobiografico nel tuo nuovo singolo “scusa”?
Tutto, come sempre.
- Hai mai paura di esporti troppo quando scrivi un nuovo pezzo?
È un’adrenalina che mi fa oscillare fra la paura e il bisogno di essere completamente me stesso.
- Come hai capito che Riccardo Scirè era “quello giusto”?
L’empatia che abbiamo provato in studio dal primo momento, i gusti musicali in comune, le sue incredibili doti artistiche e quello sguardo da sex symbol.
- Cosa consiglieresti a chi si trova in questo momento in una relazione tossica?
Quando ci si trova in un vortice del genere, qualsiasi consiglio venga da fuori sembra inutile. Quindi, anche se probabilmente invano, chiederei: “quello che provi è quello che pensi di meritare?”
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