La terza fatica discografica della band di Fossano (provincia di Cuneo), i Flying Disk, esce ufficialmente il 28 ottobre per quattro etichette indipendenti a livello internazionale: “In The Heart of The City”.
“In The Heart Of The City” è il nuovo atteso EP dei Flying Disk, trio heavy rock piemontese composto da Simone Calvo (chitarra e voce), Francesco Martinat (basso) ed Enrico Reineri (batteria), attivo dal lontano 2010 e con due album all’attivo, “Circling Further Down” del 2014 e “Urgency” del 2018.
Anticipato dai singoli “Connections” e “Wasted”, “In The Heart of The City” è stato registrato nello studio della band dal bassista Francesco Martinat. Il disco è frutto di anni di ricerca sia per quanto riguarda il suono che la scrittura, e cerca di scrollarsi di dosso qualsiasi etichetta legata al genere per provare a raggiungere un suono più originale possibile. Il mastering di questo lavoro è a cura di Jonathan Nuñez dei mitici Torche, direttamente dal quartier generale del Sound Artillery Studio di Miami, in Florida (USA).
Leggi l’intervista.
Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttigiuparterre! “In The Heart Of The City” è il vostro attesissimo EP. Quando avete sentito l’esigenza di realizzarlo? E soprattutto cosa vi aspettate da questo progetto?
Ciao grazie dell’invito prima di tutto, l’esigenza era molto alta, non uscivamo con del materiale nuovo dal 2018, siamo stati molto impegnati tra tour e composizione di questo ep, per ora i risultati sono ottimi, abbiamo fatto 15 date in un mese sparse tra Germania, Svizzera, Francia e Italia.
La quotidianità mescolata alla ricerca del riscatto dalla vita di provincia, sono gli elementi principali di questa storia raccontata in musica. Siete riusciti a trovare il vostro riscatto? Come vi sentite ora?
Hai detto bene, credo che per trovare il nostro riscatto ci vorrà ancora tempo e qualche disco, in Italia sta diventando sempre più difficile fare strada con un prodotto come il nostro, nonostante non sia (credo) musica pesante credo che in questo paese senza un certo tipo di strutture alle spalle è già un miracolo quello che siamo riusciti a fare ma siamo sempre aperti a nuove idee/soluzioni.
E la musica quanto è stata fondamentale per la vostra crescita?
La musica è stata molto importante, i gruppi delle nostre zone che ci hanno ispirato quando siamo partiti nel 2010 come Cani Sciorrì, Dead Elephant e Ruggine e anche tanti gruppi esteri che abbiamo scoperto suonando in giro negli anni.
Quattro tracce puramente heavy rock con influenze stoner, punk, emo e alternative. Chi sono i vostri punti di riferimento musicali?
Cerchiamo di essere più personali possibili, inevitabilmente ci facciamo influenzare da ciò che ascoltiamo in questo periodo credo soprattutto i nuovi lavori di band come Quicksand, Soulblind, Alexisonfire.
E il prossimo disco come ve lo immaginate? Seguirà la stessa linea?
Il prossimo disco seguirà questa linea in teoria, vorremmo lavorare ancora meglio sulla scrittura e sulla produzione del disco, in ogni lavoro cerchiamo sempre di dare qualcosa in più altrimenti perde un po’ di senso continuare a fare dischi dove dici sempre le stesse cose…
Qual è stato il pezzo che vi ha messo più in difficoltà durante la realizzazione?
I pezzi ci hanno messo tutti in difficoltà anche perché siamo estremamente perfezionisti, forse troppo, abbiamo iniziato a lavorarci da febbraio in studio e abbiamo finito a maggio/giugno.
Progetti futuri? Live?
Abbiamo ancora in progetto di fare qualche live durante il 2023 siamo disponibili per chi fosse interessato a farci suonare poi credo che ci rimetteremo al lavoro su materiale nuovo.
Grazie e in bocca al lupo per tutto!
Grazie a voi, a presto F.D.
Intervista a cura di Andrea Pasqualini.
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