É uscito venerdì 6 gennaio 2023 per Ohimeme (http://www.ohimeme.com) e in distribuzione Artist First, il singolo del progetto Kleinbottle, un duo di fratelli dalle influenze stratificate che toccano l’indie rock di matrice britannica ma anche l’estremo Oriente.
“Cherry Blossom“, disponibile in download esclusivo sul sito di Ohimeme, è il primo singolo dei Kleinbottle. Suggestivo e malinconico, è un brano che ruota intorno a un concetto del simbolismo nipponico, espresso proprio dal fiore di ciliegio, da cui il titolo. La sua fioritura e i meravigliosi colori che essa dona rappresentano la bellezza della vita ma, allo stesso tempo, la breve durata del fiore rimarca con delicatezza la caducità della vita stessa. Gli autori del brano hanno preferito lasciare più spazio alla contrapposizione tra i suoni freddi dei synth e quelli caldi di basso e pianoforte. Hanno dato luce a un testo sintetico, ma ben pesato e ricco di significati, dal quale si evince un leitmotiv tanto caro al duo, ossia quello della doppia valenza intrinseca in tutto ciò che ci circonda.
Noi abbiamo fatto loro qualche domanda, ed ecco com’è andata!
1.Credete che questo sentire la vita come solo temporanea, sia qualcosa che appartiene di più alla cultura giapponese che a quella italiana e occidentale?
Sicuramente nella cultura e tradizione giapponese, così come nel resto dell’Estremo Oriente, c’è una maggiore profondità riguardo questi temi. La cultura occidentale invece è meno spirituale, sebbene entrambe le società moderne, sia occidentale sia orientale, sono molto proiettate verso la realizzazione lavorativa.
2.Perchè questo tema vi è così caro, tanto da farne il manifesto del vostro inizio come Kleinbottle?
Perché riteniamo che se si curasse di più l’introspezione, se tutti noi ci accorgessimo che la nostra vita è un breve e intenso segmento temporale, probabilmente non sprecheremmo energie per tante cose inutili, non trascureremmo le nostre vere passioni. Credo che ci sia un tempo per tutto. Forse, tanti eventi orribili non accadrebbero nel mondo. È una canzone che parla ad ognuno di noi, che dovrebbe farci riflettere e allo stesso tempo immergere in un mondo più sereno.
3.Avete già avuto altri progetti musicali? Avete voglia di parlarcene? Posso ritrovarvi online in altre forme?
Come Kleinbottle abbiamo scritto già tanti pezzi, ma solo una piccola percentuale vedrà la luce, siamo molto selettivi e autocritici su ciò che produciamo. Tra non molto tempo vedrete l’uscita di altri singoli e di un album, “The Open C”, di cui fa parte anche “Cherry Blossom”. Abbiamo collaborato anche con alcuni artisti quando eravamo in Calabria… in ogni caso ci piacerebbe in futuro sperimentare dell’altro e perché no, fare tante collaborazioni e scrivere anche per altri artisti. Abbiamo tante idee che vorremmo pian piano proporre. La musica è anche condivisione.
4.Avete già suonato dal vivo “Cherry Blossom”? Com’è organizzato il vostro set dal vivo?
-Sì abbiamo già suonato Cherry Blossom, prima che uscisse. Il brano in realtà esiste già da più di un anno.
Siamo un duo dove vi è una commistione tra acustica ed elettronica, quindi abbiamo bisogno delle sequenze dal vivo… chiaramente suoniamo i nostri strumenti e cantiamo live: Salvatore al piano, ai synth e alla voce, Raffaele al basso e ai synth. Non mancano però le volte dove ci esibiamo completamente in acustico, dipende molto anche dall’ambiente e dal format.
5.Qual è il vostro rapporto tra digitale e analogico nella vostra musica?
-È un rapporto fortemente connesso. Il vantaggio delle tecnologie moderne è quello di poter scrivere e produrre musica con mezzi raggiungibili. Siamo legati sia all’analogico sia al digitale. Ciascuna componente ha il suo ruolo nella musica che scriviamo. Entrambe ci aiutano molto e sono necessarie.
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