È uscito lunedì 13 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali, il nuovo album di Castelli. Un viaggio di dieci tracce dal cuore di Milano. 10 tracce synth pop cantate in italiano fuori per l’etichetta di Amsterdam Bordello a Parigi, che raccontano tra esperienze personali e visioni future il decennio che stiamo vivendo. Tra post pandemia, sogni di una possibile conquista di marte, vita, routine, società, amore e paternità. Le sonorità richiamano gli anni 80 ma con l’ambizione di portare questo suono ai giorni nostri senza snaturarlo ma dandogli una forma diversa e più contemporanea.
Prodotto da Luca Urbani, il disco combina i suoni analogici del pop e della new-wave, adattandosi e raccontando molto anche della scena underground contemporanea.
Abbiamo parlato con lui di testi in italiano, ascoltatori, futuro e anche passato, come per esempio un esperienza al Miami.
1. Le tue esperienze dal vivo sono numerose, tra cui spiccano anche due edizioni del Miami. C’è un live in particolare che ritieni sia stato perfetto? Ce lo racconti?
Purtroppo o per fortuna sono abbastanza senior 🙂 e tra i miei vari progetti in 20 anni di musica sicuramente più di un live sarebbe da citare… ne scelgo uno, una serata che era quasi un mini festival con i Metronomy come headliner al Popcorn club di Marghera nel 2011 a cui ho partecipato con la mia band “Nerd Follia”. In quel periodo i Metronomy avevano appena fatto uscire “The English Riviera” e “The Bay” era una delle mie canzoni preferite, ed era il periodo d’oro della band…con noi anche Gross Magic, Age of Consent e Shitdisco e un pubblico e location che sembrava di stare a Shoreditch. Serata super, organizzata alla perfezione e con un’accoglienza memorabile.
2. Come sei riuscito a trovare un’etichetta straniera per un progetto con testi in italiano? E quanta attenzione poni ai testi, sia come autore che come ascoltatore?
Ho semplicemente mandato una mail perché seguivo già la label Bordello a Parigi da un po’…A volte rispondono anche (soprattutto dall’estero). Per quanto riguarda i testi, devo dire che fino al 2020 non ho mai dato particolarmente peso ai messaggi o significati dei miei testi che mi piaceva lasciare anche volutamente ambigui o interpretabili, mentre mi focalizzavo soprattutto sempre di più sulle linee melodiche e sulle strutture dei brani. Con questo mio progetto solista “Castelli” ho iniziato invece a scrivere in italiano e a dare un peso ad ogni singola parola cantata, devo dire che la composizione è molto più impegnativa ma anche più soddisfacente e il risultato è un qualcosa di molto più personale e che sento mio. Il rapporto con i testi da ascoltatore invece cambia molto da brano a brano ma generalmente prediligo melodia e mood generale, le parole mi arrivano dopo.
3. E a che periodo della tua vita fa riferimento questo disco appena uscito? Ti capita mai di riascoltarti?
Il disco si intitola “Anni Venti” e fa riferimento a questi anni che stiamo vivendo. Nei testi cerco di raccontare questo decennio raccontandone i primi anni e immaginandone il futuro tra fatti ed esperienze personali. Si parlerà di post pandemia, paternità in arrivo, ipotetici piani per conquistare Marte, crisi, ricordi di vacanze passate, di serate e di me quando guardo i film. Mi capita si di riascoltarmi, quando ero più giovane facevo più fatica ma ora mi piace, ma essendo perfezionista raramente rimango soddisfatto al 100% dei miei lavori.
4. Quali sono gli aspetti dell’avere un progetto musicale di cui non ti piace proprio occuparti?
Tutta la parte più tecnica, io scrivo di getto e compongo principalmente sul mio iPad. Ho sempre in mente il sound generale, la visione d’insieme e ciò che voglio comunicare ma mi annoia tutta la parte tecnica che ci sta dietro, non amo “spippolare” mille synth o provare vari effetti sulle voci etc…, nella mia vita non ho mai comprato molti strumenti e in questo mi ritengo abbastanza punk. Fortunatamente qui entra in gioco Luca Urbani che mi aiuta nella produzione, finalizza le mie idee e crea con me il sound definitivo.
5. Prossimi step?
A casa sto già scrivendo roba nuova sia per il mio progetto Castelli che per la mia band post punk Clone Culture
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