I Miqrà arrivano col loro nuovo singolo intitolato “Aretusa”, disponibile ora su tutte le piattaforme digitali.
“Aretusa” dei Miqrà è una poesia in musica. Ci ha colpito talmente tanto da voler fare un’intervista direttamente con la loro “voce” ovvero Giovanni Timpanaro.
Leggi l’intervista.
1) Ciao Miqrà, benvenuti. Probabilmente quando questa intervista sarà online sarà già uscito il vostro nuovo singolo. “Aretusa” è sicuramente una poesia in musica di un romanticismo che non si vede ormai tutti i giorni (a parte a Sanremo?). Siete d’accordo? Come la descrivereste?
L’obiettivo principale, quando si parla di amore, è riuscire a non banalizzare. Uno degli insegnamenti più grandi di questi anni d’inchiostro sprecato a sporcare i fogli è quello che bisogna saper parlare d’amore anche senza nominarlo. E poi il romanticismo di questo brano, se così lo si vuol chiamare, non è un’opera nostra ma merito del mito di Aretusa e Alfeo, una storia antica che però ha attraversato i secoli per giungere fino a noi. Il fascino della mitologia, del resto, è anche questo.
2) Chi sono gli autori del brano?
Questo è un brano che ho scritto da anni, almeno tre, ma era rimasto custodito in un cassetto, aspettando il momento giusto e la nostra giusta maturità per pubblicarlo. Mi ha sempre affascinato la mitologia sull’isola siciliana, milioni di storie che si inseguono da secoli, alcune di origini greche, altre normanne, altre ancora arabe, tutte poi levigate dal tempo e dalla spettacolarizzazione del popolo siciliano, da sempre avvezzo al dramma. Era una storia da raccontare, dove il mito si mescola al folklore e finisce, inevitabilmente, per parlare di cosa sono diventate oggi le acque del Mediterraneo.
3) Siete una band siciliana, regione che storicamente ha sfornato artisti di un certo livello a partire da Franco Battiato per finire ai più recenti Colapesce e Dimartino. Avvertite un po’ il peso di certi artisti ed il confronto con essi?
Ho sempre pensato che, dove la terra offre poco, la creatività diventa anche sopravvivenza. Sono infiniti i nomi di artisti siciliani che hanno firmato capolavori musicali, però non abbiamo nessun peso sulle spalle, non riusciamo a vivere la musica come “confronto”, anzi spesso l’esempio che ci ha preceduto diventa l’impronta di orme sicure che indicano il cammino. E poi, anche se molti non lo ammetteranno mai, se vuoi realmente fare musica, dentro di te pensi che potrai essere il migliore in ciò che farai. Non è arroganza, è incoscienza, la stessa che da bambino ti porta a correre in bici con le braccia alzate e lontane dal manubrio. Incoscienti ma, a modo nostro, liberi.
4) Che differenze ci saranno tra il vostro primo album ed il secondo? Quali consapevolezze in più avrete? (o in meno!)
Di solito sulla seconda uscita discografica si dice sempre che sarà un lavoro più maturo, onestamente non ne ho idea, la vostra domanda è azzeccatissima, molte consapevolezze sono venute meno in questi anni di fuga dalla realtà della musica live. Stiamo ricominciando a camminare, un passo alla volta, assaporando ogni nota ed ogni idea che viene fuori, senza imporci degli schemi da seguire. Non so se uscirà fuori un disco di cui il mondo discografico sentiva il bisogno, io onestamente penso di si, ma di cerco verrà fuori la musica di cui noi avevamo bisogno. Sarà diverso dal primo, del resto noi siamo diversi ed è una gran fortuna, lo è davvero, essere “in divenire” è il modo migliore per affrontare la musica.
5) Se potreste avere una bacchetta magica quale desiderio esaudireste (artisticamente parlando, s’intende!)
Vorrei rivedere tanto sudore. Il sudore della musica nei live club, che negli ultimi mesi sembra essersi lentamente ripresa, ma vorrei che si tornasse a sudare ai concerti anche in tutti quei luoghi più piccoli che non hanno retto l’urto di questi anni e che, inevitabilmente, hanno chiuso. C’erano piccoli gioielli di questo Paese, posti in cui veramente si difendeva la cultura con unghie e denti, posti che vorrei rivedere pieni, tra il frastuono di mille note ed il sudore di chi ci salta dentro appunto.
6) Spazio libero per i vostri commenti, saluti, pensieri. Noi vi ringraziamo per la vostra disponibilità e speriamo di vedervi dal presto e di saperne di più su di voi!
Un solo pensiero, in questi giorni stiamo più volte parlando di noi Miqrà, però la nostra è una famiglia larga o, come ci piace dire, un collettivo. Per cui un pensiero di gratitudine vorrei spenderlo verso chi ha collaborato a questo brano, rendendo possibile il tutto, in particolare a Denny Sofia che ne ha curato la produzione ed il mix, a Francesco Cinqueonci e Salvo Picardi che hanno prestato la loro maestria per regalarci le note di cui avevamo bisogno. È bello, credetemi, voltarsi e rendersi conto che al nostro fianco c’è qualcuno che condivide il nostro percorso.
A presto, grazie.
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