Mercoledì 29 marzo si è tenuto il secondo appuntamento al PalaPartenope di Napoli con il Loud Kids Tour Gets Louder, tournée mondiale dei Måneskin a supporto del loro secondo e terzo album in studio Teatro d’ira – Vol. I (2021) e Rush! (2023). Lo show, organizzato da Vivo Concerti e Fast Forward, ha ovviamente fatto registrare il tutto esaurito da mesi, così come tutte le altre date di ciascuna leg.
Pochi minuti dopo le 21:15 termina la trepidante attesa dei fan, molti dei quali in fila all’esterno del teatro tenda già dalle primissime ore del mattino. Si spengono i riflettori e la band straccia-record apre il live con Don’t Wanna Sleep, seppur ancora nascosta dietro la scenografia. Segue Gossip, brano che vede la partecipazione (purtroppo non dal vivo) del chitarrista statunitense Tom Morello: nel frattempo si alza anche il sipario: Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) ed Ethan Torchio (batteria) adesso sono finalmente visibili, giusto in tempo per Zitti e Buoni, inno grazie al quale hanno conquistato, nel giro di pochi mesi, prima l’Italia (Festival di Sanremo 2021), poi l’Europa (Eurovision Song Contest 2021).
Se la partenza è col botto, il prosieguo non è affatto da meno, tra pezzi in inglese, in italiano e cover, in un’altalena di emozioni, dalla hit Supermodel al successo di Beggin’, passando per la struggente Coraline, il cui testo tratta la vita di una ragazza fragile che sin dalla giovane età non trova il proprio spazio nel quale esprimersi e inizia lentamente a chiudersi in se stessa. A metà concerto, i Måneskin abbandonano le loro postazioni, ma dopo qualche secondo Damiano e Thomas appaiono improvvisamente su un piccolo set secondario posizionato in fondo al parterre per una breve ma intensa parentesi acustica che vede i due eseguire Torna a casa, Vent’anni e Amandoti, un capolavoro dietro l’altro insomma, intonate a squarciagola da tutta la platea in una marea di torce.
David e Raggi fanno ritorno al main stage e, raggiunti anche da Victoria ed Ethan, riprendono da dove avevano interrotto, anzi forse ancor più carichi di prima: del resto all’appello mancavano ancora canzoni manifesto come Mammamia, oppure la ballad The Loneliest, tra le più apprezzate dal loro pubblico. La chiusura, invece, non poteva che essere affidata alla travolgente I Wanna Be Your Slave, con la quale i Måneskin si scatenano e fanno scatenare tutti i presenti ancora un’ultima volta, prima di ringraziare e salutare.
Oltre due ore e mezza di musica rock, scaletta studiata alla perfezione per un live di respiro internazionale: ladies and gentlemen, the Måneskin!
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