PIOVE è il nuovo singolo di FRANCESCO SBRACCIA, talentuoso cantautore abruzzese, disponibile da venerdì 26 gennaio per Genziana Dischi, in distribuzione ADA Music Italy. Il brano è impreziosito dalla partecipazione di BIANCO alle voci e alla produzione insieme a Riccardo Parravicini (Fabi, Levante, Marlene Kuntz).
PIOVE anticipa il secondo album di Francesco Sbraccia, in uscita prevista nella seconda metà del 2024. Un brano delicato, dove la ricercatezza del testo e del suono vuole portarci dentro quell’attimo, dove le suggestioni sonore si fanno olfattive e visive, prendendo forma in ricordi di un tempo indefinito. La scrittura eterea di Francesco e l’intuito creativo di Bianco si sono abbracciati immediatamente, PIOVE è una canzone che riempie gli spazi, che circonda lentamente, che conforta ed emoziona.
Noi eravamo curiosissimi, e abbiamo intervistato Francesco che ci ha raccontato la genesi di questo singolo e che cosa accade intorno alla scena musicale abruzzese, di futuro e molto altro.
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Come si sta sviluppando la scena abruzzese in questi ultimi anni? Quali nomi ti senti di segnalarci? Ti senti parte di una scena?
Conosco bene la scena della mia città, Teramo, che è molto varia e a mio parere di alto livello. Qualche tempo fa, con altri amici musicisti, avevamo costituito un collettivo – Musica Inedita Teramana, MIT – per raccogliere le proposte del nostro territorio dentro un unico contenitore digitale: vi invito ad ascoltare le playlist YouTube e/o Spotify che sono piuttosto aggiornate e includono gran parte della musica originale prodotta a Teramo. Di contro, non abbiamo molti luoghi fisici per la musica dal vivo, per cui raramente la scena si avverte come tale all’interno del tessuto sociale.
Come nasce la tua collaborazione con Bianco? Quando hai capito che questo nuovo singolo dal titolo “Piove” avreste dovuto rilasciarlo insieme?
Io e Alberto ci siamo conosciuti durante una bottega della canzone che porta il nome de La città della canzone, una bellissima iniziativa ideata a Cremona da alcuni ragazzi in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia. Bianco ha condiviso il ruolo di tutor con Marco Guazzone: sono stati due incontri molto formativi. In particolare con Alberto mi sono trovato in piena sintonia riguardo le scelte di produzione, e il suo contributo è stato fondamentale, per cui è stato molto naturale proporgli di pubblicarlo insieme.
Leggiamo che è bastato un pomeriggio con Bianco, per chiudere questo pezzo. Hai voglia di raccontarci questo pomeriggio?
Mentre gli facevo ascoltare la canzone alla chitarra, Alberto ha iniziato a portare un ritmo che non avevo immaginato, e che funzionava davvero bene. Da lì in poi è sembrato tutto andare da sé: ha aperto il sintetizzatore che porta avanti il brano e l’atmosfera piovosa si è creata immediatamente. Di quel synth non abbiamo capito esattamente il funzionamento, ogni potenziometro che toccavamo faceva sballare tutto: è stato bello assistere a questo approccio giocoso con la produzione da parte di Bianco.
Cosa puoi anticiparci del tuo nuovo album in arrivo? In che modo questo disco potrebbe rappresentare un nuovo inizio per te?
Il nuovo album l’ha prodotto Riccardo Parravicini, con cui è stato fantastico lavorare. Ha un orecchio finissimo e la capacità di trovare il posto perfetto ad ogni elemento di una canzone. A differenza di quanto ricercato nel mio primo album Etimologia, che era molto introspettivo, le canzoni di questo disco ruotano attorno al tema della leggerezza, in chiave nostalgica e un po’ naïf. Nei testi ho cercato di dare spazio alle sensazioni fisiche, alla dimensione del sogno, e da questo punto di vista penso ci sia un approccio più poetico e meno prosaico, più sinestetico e meno descrittivo. La musica cerca di assecondare questa caratteristica, ed è quasi cinematica in molte scelte sonore: credo che sia un disco ricco di suggestioni, che spero stimolino in chi ascolta delle parti dimenticate di sè.
Dove è nato questo pezzo?
A Cremona, nell’ambito del workshop La città della canzone, edizione 2019, realizzato dall’associazione omonima in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia. Sono stato una settimana in compagnia dei bravissimi Fusaro e Cheriach Re, a scrivere un pezzo, con Guazzone e Bianco a seguirci nel lavoro. La città della canzone è una preziosa iniziativa per il mondo del cantautorato.
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