Qual è stata la tua più grande fonte di ispirazione durante la creazione di “Andrea”?
È stato il momento in cui sono arrivato a Roma, lasciando la mia terra e le mie abitudini. Inoltre cita lo stallo di un rapporto in cui sia io che l’altra persona eravamo. E la volontà di uscirne per ritrovare se stessi.
Qual è stato il tuo primo impulso creativo quando hai iniziato a lavorare su “Andrea”?
Credo stessi ascoltando Arcade Fire, Tame Impala, e rimasi estasiato da una versione acustica e minimale di Alex Turner che interpretava ” Feels like we only go backwards”.
Come definiresti il tuo stile musicale personale?
Credo non sia così originale. Un pop misto a alt-rock e elettronica. In un epoca in cui sembra si faccia a gara a pronunciar male le parole e a cantarne duecento al secondo, credo che la chiarezza sia una caratteristica che ricerco.
Qual è stata la lezione più importante che hai imparato dalle tue collaborazioni musicali?
Ho capito l’importanza del non detto, delle pause, e del “togliere il superfluo” , e ancora ho da lavorare in questo. Lavorare a quattro mani aiuta a creare cose di più ampio respiro ma spesso si corre il rischio di dover cantare qualcosa in cui si creda poco…
Un primo album, forse per ottobre, un singolo in estate. Concerti e qualche festival. Anche se dopo tre anni di RaestaVinve, con collaborazioni preziose, due album, il mio cammino da solista è appena cominciato!
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