Gli Iron Mais, la più celebre band cowpunk italiana, ci portano con loro in studio per parlarci della nascita del loro nuovo singolo La Canzone Dance.
Ragazzi, il vostro nuovo singolo si chiama La Canzone Dance. Ci raccontate innanzitutto dove l’avete scritto?
La Canzone Dance, come è successo e succede tuttora per tutti i nostri pezzi, è stato scritto nella nostra zona comfort: la casa, il luogo dove sempre tutto ha inizio.
Come si è strutturato il processo creativo del pezzo? Avete scritto prima la musica o il testo?
Di solito il processo creativo parte da un input o da un’idea strumentale che in poco si sviluppa e si completa grazie all’aggiunta dei testi sempre vagamente autobiografici e provocatori.
Quali erano i vostri pensieri mentre componevate la canzone? Alcuni di questi hanno influenzato sonorità e liriche?
Indubbiamente lo stato d’animo e le situazioni di vita influenzano e ispirano i testi. In questo caso c’è però una contrapposizione tra il testo un po’ claustrofobico e drammatico e l’ambiente spensierato tipico da party anni ‘80/’90.
Che artisti stavate ascoltando mentre scrivevate La Canzone Dance?
La Canzone Dance è stata una sorpresa che abbiamo voluto fare a chi ci ascolta ma anche a noi stessi: è un esperimento, una novità nella quale abbiamo voluto mantenere costanti le sonorità country ma con una strizzata d’occhio ad Alberto Camerini e Gigi D’Agostino.
Come si è svolto invece il processo di registrazione e produzione del pezzo? È cambiato qualcosa nel brano rispetto al momento in cui è stato scritto?
Abbiamo pensato prima di tutto di renderlo più breve e immediato vista la percezione attuale degli ascoltatori, e in seguito abbiamo aggiunto, dove possibile, più elementi dance per caratterizzare ancora di più il brano.
Qual è la vostra parte preferita e quella che vi piace di meno dell’intero processo di nascita di un brano, dall’ideazione alla sua incisione?
Il momento di soddisfazione maggiore arriva quando finalmente si passa all’ascolto del prodotto finito dopo fatiche di scelte sonore, tagli, incastri, idee e proposte… la parte peggiore rimane invece sempre quella più faticosa, cioè la registrazione in studio, il momento in cui devi dare il meglio di te con tutta la concentrazione e la perfezione possibile.
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