Fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 7 giugno 2024 il nuovo EP degli Zeronauta dal titolo “piùomenozero”. Canzoni insonni e addormentate, canzoni arrabbiate o solo un po’ scazzate, più allucinate che allucinogene. Musica per chi deve riempire il proprio vuoto, ma anche per chi ha semplicemente voglia di nuotarci dentro. In questo disco la band fiorentina passa da suoni aggressivi a ballate più dolci, mantenendo sempre uno sguardo disincantato sulla loro realtà. Con un linguaggio che oscilla fra la rabbia e l’ironia, i testi ci accompagnano in serate apparentemente apatiche, trascorse fra attimi di caos e insistenti nostalgie.
Definite le vostre delle canzoni “insonni”, che cosa significa?
Molte delle idee che stanno alla base dei nostri testi sono nate di notte, sono frutto di sensazioni percepite nel silenzio che poi si traducono in rumore con l’arrangiamento musicale. Nelle notti insonni ci si ritrova di fronte a se stessi e questo può generare molte riflessioni ed emozioni; allo stesso tempo si è temporaneamente lontani e distaccati dalle cose e dalle persone del giorno, il che ci può far vedere la nostra vita da un punto di vista differente.
E quale consiglio dareste a chi si trova nella condizione di dover riempire un vuoto? Com’è stato per voi?
Trovare un modo di esprimersi probabilmente è importante perché ci permette di avere un confronto con noi stessi e la nostra interiorità e quindi di dare valore anche al vuoto, alla solitudine. Anche solo scrivere su un foglio quel che ci passa per la testa può aiutare. Per noi in un certo senso la risposta è scontata, facciamo tutti musica fin da quando siamo ragazzini, è una valvola di sfogo, è divertimento, è lavoro, è esercizio, introspezione e comunicazione. Anche durante gli anni di pandemia, quando non potevamo suonare insieme, abbiamo continuato il nostro lavoro cercando di sviluppare le nostre idee a distanza.
Qual è il miglior consiglio che vi ha dato Marco Carnesecchi? Vi siete fidati sin da subito di lui e del suo lavoro?
Conoscevamo già Marco da tempo e abbiamo sempre apprezzato il suo lavoro. Quando ci siamo rivolti a lui c’è stato immediatamente un dialogo molto diretto e aperto, ci siamo trovati alla grande dal punto di vista umano e questo ci ha dato fiducia fin da subito.
Sono tanti i consigli che Marco ci ha dato, dai dettagli delle canzoni alle questioni più organizzative. Probabilmente il suo insegnamento migliore nei nostri confronti possa essere riassunto in: “siate voi stessi e meno pippe mentali”.
Sentite che Firenze è casa vostra? O la state ancora cercando?
Siamo molto legati a Firenze e sicuramente la sentiamo come casa nostra, nonostante non sia una metropoli è una città grande per tanti motivi. Ormai la conosciamo bene, ma è una città che può sempre riservare delle sorprese.
Avremo modo di sentirvi anche dal vivo?
Tra poco annunceremo i primi concerti, stiamo cercando di organizzare grandi cose e non vediamo l’ora di tornare sul palco!
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