Accame torna sulla scena musicale con “La storia di un minuto”, un brano che invita a lasciarsi andare al ritmo e a perdersi in un vortice di synth nostalgici e pulsazioni anni ’80. Questa canzone, nonostante il titolo possa far pensare a un racconto lampo, si sviluppa in realtà in quasi tre minuti di synth pop fresco e vibrante. Con arrangiamenti semplici, ma dal groove accattivante, la canzone evoca la dance italiana ed europea dei primi anni 2000, unendo una certa essenzialità alla spensieratezza dei brani da discoteca.
La struttura musicale si caratterizza per una base elettronica dai ritmi leggeri e dal suono morbido, perfettamente in linea con la scelta di un arrangiamento synthwave. La base ritmica cattura sin dal primo ascolto, regalando una piacevole atmosfera che strizza l’occhio alle piste da ballo. Si percepisce però un lieve distacco tra il ritmo della base e i vocals di Accame, che risultano meno amalgamati di quanto ci si potrebbe aspettare in un brano di questo tipo. La voce a tratti emerge in modo quasi indipendente rispetto al tappeto musicale, creando un contrasto che, se da una parte potrebbe essere un elemento distintivo, dall’altra rende meno omogenea l’esperienza d’ascolto.
La narrazione di “La storia di un minuto” parla di un incontro fugace tra due persone che, dopo essersi amate, si ritrovano casualmente a scambiarsi un breve saluto, per poi separarsi di nuovo. La semplicità del racconto viene sottolineata dall’essenzialità dell’arrangiamento, che, senza fronzoli, riesce a evocare quel senso di malinconia legato agli amori perduti e mai del tutto dimenticati.
In ogni caso, il brano mostra un progetto interessante e promettente, che con qualche accorgimento – come un miglioramento nella fusione tra voce e base – potrebbe davvero spiccare nel panorama synth pop. Accame dimostra di avere delle buone idee e un potenziale artistico che merita di essere esplorato, e con “La storia di un minuto” offre un’anticipazione di ciò che potrebbe riservare per il futuro.
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