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IN STUDIO CON THE SEER – Com’è nato l’EP Box Memories

The Seer, nome d’arte di Francesco Scordo, musicista e cantautore reggino ma di stanza a Bologna, ci porta con lui in studio per parlarci della nascita del suo nuovo EP Box Memories.

Francesco, il tuo nuovo EP si chiama Box Memories. Ci racconti innanzitutto dove l’hai scritto?

Il tutto è iniziato un paio di anni fa quando abitavo a Reggio Calabria ed è lì che ho cominciato a scrivere le prime tre canzoni. In seguito, quando mi sono trasferito a Bologna, ci ho aggiunto il resto dell’EP ed è così che alla fine mi sono convinto a produrlo e registrarlo.

Come si è strutturato il processo creativo dell’EP? Hai scritto prima le musiche o i testi?

Come faccio di solito, ormai da sempre, inizio a comporre la musica e la struttura del brano. Può capitare che il testo emerga subito, altrimenti lo lascio come ultima cosa e ci penso con calma.

Quali erano i tuoi pensieri mentre componevi le canzoni? Alcuni di questi hanno influenzato sonorità e liriche?

Sono stati vari anche perché ogni canzone rappresenta un momento oppure una determinata emozione che provavo, e tutto ciò ha influenzato sia in positivo che in negativo l’EP con melodie pop oppure melanconiche e alternative.

Che artisti stavi ascoltando mentre scrivevi Box Memories?

Ne ho ascoltati vari perché sono passati molti anni da quando ho scritto la prima canzone: non te ne saprei indicare uno in preciso anche perché non mi voglio sbilanciare, ma i miei ascolti vanno dall’alternative rock anni ‘90 fino alla musica degli ultimi anni.

Come si è svolto invece il processo di registrazione e produzione dell’EP? È cambiato qualcosa nei brani rispetto al momento in cui sono stati scritti?

Sì, l’arrangiamento è cambiato per alcune canzoni. Ad esempio, Saturday Night è nata come un brano dance/rock, ma in seguito è stata arricchita con synth e trasformata in un brano dalle tinte elettroniche. Oppure, Casa Libera è nata inizialmente come una canzone acustica in inglese, e in seguito ho deciso di darle un’impronta indie pop con testo in italiano. Invece per il resto posso affermare di essere rimasto fedele all’idea originale che avevo in mente.

Qual è la tua parte preferita e quella che ti piace di meno dell’intero processo di nascita di un brano, dall’ideazione alla sua incisione?

Credo che ogni fase abbia il suo perché e che siano tutte belle a modo loro. La parte creativa è forse la più difficile, perché devi impegnarti per dare forma al brano, ma quando arrivi al momento dell’incisione, arriva la parte più bella: ti rendi conto di aver creato qualcosa e ti senti orgoglioso di ciò.

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