Più che un’installazione, un’espressione poetica.
Forma e colore a riempire l’enorme, e spaventosamente vuoto, deserto del Nevada.
Seven Magic Mountains è l’opera dell’artista Ugo Rondinone, composta da massi colorati impilati, sette torri che bucano il nulla. Metafora della presenza dell’uomo che può fare la differenza anche in ambienti ostili, che ha conquistato Vasco Brondi, cantautore ferrarese de Le Luci della Centrale Elettrica. La fotografia della cover è affidata a Gianfranco Gorgoni, del quale Brondi dice: “Gianfranco Gorgoni, originario di un paese che si chiama Bomba in Abruzzo, si è trasferito a New York negli Anni Sessanta ed è diventato tra le altre cose un importante fotografo di Land Art, quando questa forma d’arte non aveva ancora un nome. Ho scoperto anche che era sul palco a Woodstock e sono sue le foto di Jimi Hendrix durante quel concerto e anche molti dei ritratti leggendari di Basquiat o di Keith Haring”. Il musicista ha trovato affinità tra quest’opera di land art e il lavoro fatto con il nuovo disco ‘Terra’. Quest’ultimo si presenta come un insieme di sonorità ampie, un racconto di migranti, attentati e social network, uno spaccato del mondo odierno che oltrepassa i confini e la, spesso decantata, provincia.
Il deserto americano si trasforma così nel personale deserto, quello italiano, visto con gli occhi di chi cerca di raggiungerlo con ogni mezzo. Questo disco dagli echi arabeggianti, un’attitudine etnica, ritmi sincopati e melodie vuole raccontare quei cambiamenti culturali e sociali che sono dei nostri tempi.
Mantenendo il focus sulle persone ne descrive la forza che possono avere con le loro scelte e il loro esserci. L’opera di Rondinone incarna e da un volto a questi concetti, e lo fa con la prepotenza dei colori fosforescenti che svettano, trasformando semplici massi in quella forza che cerca il cambiamento, che fa la differenza.
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