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Tutti i testi del nuovo album “Siamo tutti stanchi” di Giorgieness
20 Ottobre 2017.
E’ passato poco più di un anno dalla Giusta distanza il primo lavoro pubblicato dalla cantante Giorgia d’Eraclea, in arte Giorgieness, e già ci ritroviamo tra le orecchie, con il nuovo disco Siamo Tutti Stanchi il quale comprende dieci brani, che si distaccano dal precedente, contengono meno rumorosità e molta più melodia, pur non nascondendo la personalità dell’artista e il bisogno di esprimere la stanchezza e la paura del fallimento. Non ci resta, quindi, che ascoltare e leggere i testi delle canzoni.
QUI PUOI LEGGERE TUTTI I TESTI
AVETE TUTTI RAGIONE
Me ne vado dalla festa
Sgomitando per la giacca
Salto giù dalla finestra
Primo piano, tanto è bassa
Stando attenta alle ginocchia
E hai portato a casa Giorgia
Ma non era quella giusta
Stringo il collo nella sciarpa
Salgo in casa e fumo erba
Stacco un po’ la testa
Avete tutti ragione
Sono il mio male peggiore
Sono il mio male migliore
Avete tutti ragione
Sono il mio male peggiore
Sono il mio male migliore
Sono il mio male migliore
Avete tutti ragione
Sono il mio male peggiore
Sono il mio male migliore
Avete tutti ragione
Sono il mio male peggiore
Sono il mio male migliore
Sono il mio male migliore
CALAMITE
Sei, sei, sei
Un vuoto che non si riempie mai
Dai, dai, dai
Ma è sempre più quello che hai
E mai, mai, mai
Coi denti sorriderai
Perché sai, sai, sai
Sai bene il male che mi fai
Noi non cambieremo mai
Noi calamite per i guai
Però mi cerchi ancora
Sia maledetta la sera
Quando rimango da sola
Corro da te ancora
Non sono forte ancora
Non abbastanza ancora
Ma cosa te ne frega
Ho io le dita in gola
Hai, hai, hai
Il vuoto in mezzo al petto ormai
Ci metterai i premi che vincerai
Tu fai, fai, fai
Di tutto, ma non paghi mai
Sceglierai
La maschera migliore che hai
Noi non cambieremo mai
Noi calamite per i guai
Sarò più forte allora
Anche se sarà sera
Io chiuderò la gola
Non capirai ancora
Non sono forte ancora
Non abbastanza ancora
Ma cosa te ne frega
Ho io le dita in gola
DIMMI, DIMMI, DIMMI
Dentro e fuori, dentro e fuori dalla chiesa
Sposami e facciamola finita
Urla sempre a squarciagola verso sera
Questa bestia è più feroce quando trema
Luce spenta, luce spenta, luce accesa
Quando perdo i tuoi contorni chiedo scusa
Resto ferma dentro gli occhi di medusa
Io ti odio e intanto ti faccio le fusa
Dimmi, dimmi, dimmi cosa vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi che altro vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi cosa vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi che altro vuoi
Anche l’arte della guerra è poesia
Mani dentro ad altre mani sotto casa mia
Le lenzuola ancora verdi per l’invidia
Menti bene o almeno inventati una scusa
Dimmi, dimmi, dimmi cosa vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi che altro vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi cosa vuoi
Dimmi, dimmi, dimmi, dimmi che altro vuoi
VECCHI
Ricordati che saranno questi i bei tempi andati
Con la testa sopra un piatto, io ti tengo i capelli
E li ho già dimenticati
Parli di felicità con gli occhi grandi e vuoti
Di futuri senza trucchi per sentirci meno fragili
Ma siamo tutti stanchi, siamo vecchi e siamo stupidi
Vecchi i nostri sentimenti e le parole per descriverli
Io non so cosa sia la luce
Io non so nemmeno che cosa mi piace
Ho sempre troppo freddo e per questo cerco te
Che vivi al centro esatto dell’inferno
Ecco, ecco così
Anche più forte fammi a pezzi
Voglio sentirmi
Hai detto: guardaci! Come siamo belli
In questi momenti storici, fotografati e immobili
Ci sentiamo forti solamente con i numeri
E ci sentiamo soli, ma in due già siamo troppi
Ricordo solamente quei pensieri che
Mi hai messo con le dita sulla lingua
Il resto è un fiume in piena che si calmerà
Non ho le scarpe giuste per la guerra
Ecco, ecco così
Anche più forte fammi a pezzi
Voglio sentirmi
Ecco, ecco così
Anche più forte fammi a pezzi
Voglio sentirmi
Gli attimi migliori senza foto ricordo
Le tue mani intorno al collo
Tutto il resto è solamente rumore di fondo
Stringi ancora, fallo adesso
Ecco, ecco così
Anche più forte fammi a pezzi
Voglio sentirmi
Ecco, ecco così
Anche più forte fammi a pezzi
Voglio sentirmi
ESSERE TE
Ho accettato di avere dei limiti
Di non averti insegnato niente
Né di come si puliscono i mobili
Né tantomeno di me
Ho accettato lavori improbabili
Due euro all’ora sono meglio di niente
E tutte quelle tue critiche sterili
Su ciò che pensi di me
Chissà com’è essere te
Chissà com’è
Ho una certa nostalgia di un miracolo
E una specie di utopia: il male pratico
Se hai paura del tuo dio, è un ostacolo
Quando perdi la magia ti senti arido
Ora so che funziono a periodi
Che la follia è un’amica latente
Il mio passato è un mosaico di uomini
E tu non meriti me
C’è un silenzio voluto nell’anima
Dove si annida ciò che non confessi
Mostri solo i tuoi lati più nobili
Gli altri li tieni per me
Chissà com’è essere te
Chissà com’è
Ho una certa nostalgia di un miracolo
E una specie di utopia: il male pratico
Se hai paura del tuo dio, è un ostacolo
Quando perdi la magia ti senti arido
Chissà com’è, chissà com’è essere te
CHE COSA RESTA
Ho chiuso dentro queste scatole
Tutto ciò che siamo stati
E ti ho lasciato in un cassetto
Tutte le lettere che non hai letto mai
Tutte le nostre litigate
Tutte le cene da tua madre che
Non mi poteva sopportare
E ora sa che aveva ragione lei
Finisce questa convivenza
E credo ancora di esser pazza
Ma già la vedo che entra in casa
Che dorme nelle mie lenzuola
Si fa le sue foto di merda
Con quella faccia lì da stronza
Dimmi di noi che cosa resta
Dimmi di noi, dimmi che cosa resterà
Dimmi di noi dimmi che cosa resta
Dimmi di noi, dimmi che cosa resterà
Cambierò casa, cambierò città
Cambierà faccia chi mi sveglierà
Ti prego chiama quando passerai di qua
Te lo presenterò, vedrai, ti piacerà
Noi siamo stati due egoisti
Ci baciavamo coi coltelli
Stretti stretti in mezzo ai denti
Ti sei tenuto anche i miei gatti
Finisce questa convivenza
E credo ancora di esser pazza
Ma già la vedo che entra in casa
Prende il caffè dalla mia tazza
Con addosso la maglietta
Che ti è sempre stata stretta
Dimmi di noi che cosa resta
Dimmi di noi, dimmi che cosa resterà
Dimmi di noi dimmi che cosa resta
Dimmi di noi, dimmi che cosa resterà
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
Ma in questi anni hai messo un po’ di pancia
Quella maglietta ti è sempre stata stretta
E forse anche la nostra convivenza
CONTROLLO
Sei l’unico al mondo per cui valgo qualcosa
Sarà per questo che mi hai chiusa nella torre più alta
Le catene ai piedi
Con addosso segni che non vedi più
Perché non guardi me, non guardi me
E giro sempre in tondo
Giro sempre in tondo
E tu rimani fermo
Tu rimani fermo
Quando una sera d’agosto
Hai preso il coltello e lo hai messo vicino
Vicino al mio collo
Hai detto: “Lo hai visto
Che cosa mi hai fatto
Io ero tranquillo
Io ero tranquillo
Io ero tranquillo!”
Le catene ai piedi
Con addosso segni che non vedi più
Perché non guardi me, non guardi me
E giro sempre in tondo
Giro sempre in tondo
E tu rimani fermo
Tu rimani fermo
Io giro in tondo, giro in tondo
E agli altri la nascondo
Quella parte di te
Che non ha controllo
FOTOCAMERA
Lascio agli altri i grandi discorsi su come si vive
Io vivo
Prendo per buoni tutti i consigli, faccio dei giri assurdi
E ci arrivo
Sedete tutti quanti alla mia tavola
I vostri piatti pieni e il mio una briciola
Mi alzerò senza far rumore
Non lo vedrà nessuno quando me ne vorrò andare
Però tu no, tu no, non lasciarmi qui
Non lasciarmi qui, non lasciarmi, no!
Tu no, tu no, non lasciarmi qui
Fa così freddo e la mia testa non funziona
E il treno non arriva
Lascio il posto d’onore agli sbagli e ai lati tremendi
Che ho
Riesco a brillare per dieci secondi più forte del sole
Poi mi spegnerò
Guardate tutti quanti la mia recita
Convinti questa sia una scena comica
Sentirsi Dio dentro una fotocamera
Vi sento dire: “è un trucco quando sanguina”
Però tu no, tu no, non lasciarmi qui
Non lasciarmi qui, non lasciarmi, no!
Tu no, tu no, non lasciarmi qui
Fa così freddo e la mia testa non funziona
E il treno non arriva
Però tu no, tu no, non lasciarmi qui
Non lasciarmi qui, non lasciarmi, no!
Tu no, tu no, non lasciarmi qui
Fa così freddo e la mia testa non funziona
E il treno non arriva
Il treno non arriva
Il treno non arriva
Il treno non arriva
UMANA
Perdonami, sono solo sincera
Tu giudichi, ma non sai la storia
Permettiti di essere umana
Concediti di aver sbagliato strada
Vergognati di lunedì
Tu, puoi svegliarti tardi!
Che strano non sentire niente
Ti svegli e di colpo sono tutti vecchi
Se la nave affonda resto con la banda
Di nove vite questa è la terza
Seguimi, ma io non so la strada
O vendimi se valgo qualche cosa
Riposati, comincia la salita
Ti sveglio io se capisco qualche cosa
Che strano non sentire niente
Ti svegli e di colpo sono tutti vecchi
Se la nave affonda resto con la banda
Di nove vite, beh, questa è la terza
MYA
La mia è una malattia
Che fa paura
È il vuoto e ora lo sai
Il vuoto non si cura
Si riempie
Si svuota
Si consuma
Non è di moda mai
Ma è su tutti i giornali
Si ammette a bassa voce e poi
Non si riposa in pace
Lei ti riempie
Ti svuota
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
What do you think?