“Una storia con sempre lo stesso personaggio come protagonista richiede molto sforzo e immaginazione. A volte anche delle pause”.
Iniziava così il post a cui Alessandro Pietro Alosi e Gianluca Bartolo affidavano il loro messaggio ai fan ed al mondo della musica in generale: quello di Roma sarebbe stato l’ultimo concerto de Il Pan del Diavolo prima di una lunga pausa. Quando Italian Stail e Wishlist Club hanno organizzato la data, non se ne sapeva ancora nulla: solo 24 ore prima di salire sul palco, Alessandro e Gianluca, con il loro messaggio, inondavano di significati superiori il concerto di Roma.
In ogni caso, avevamo già deciso da tempo che ci saremmo stati, ci sarei stato anche da solo, da semplice appassionato, indipendentemente dal dover o meno scrivere questo articolo.
Perché un live de Il Pan del Diavolo è qualcosa di bello da vedere, anzi da vivere in tutti i sensi. Occorre stare non troppo distanti dal palco, osservare da vicino Alessandro e Gianluca che danno tutto, voce, parole, anima, corpo, sudore… tanto sudore, che oltre a vederlo, lo senti.
E se stai proprio in prima fila in un posto come il Wishlist, può capitare che ti becchi anche qualche colpo da un Alessandro Alosi che si sporge con la sua chitarra ben oltre la linea del palco, ma lo prendi come una specie di benedizione.
Per primo sale sul palco Cappadonia, backliner oltre che cantautore, che da tempo, tre anni per la precisione, accompagna Il Pan del Diavolo. E chiude la sua esibizione con un pezzo, Noi Corriamo, scritto proprio durante il tour de Il Pan del Diavolo e contenuto nell’album Orecchie da elefante.
Poi ecco comparire Alessandro e Gianluca, con Cappa che gravita sempre attorno attentissimo ad ogni loro esigenza. I pezzi dall’ultimo album Supereroi la fanno da padrone, ma non mancano brani precedenti. I fan cantano, saltano, accompagnano ogni singola nota, ogni parola, il coinvolgimento è sia emotivo che fisico. Il finale è travolgente: Tornare da te, FolkRockaBoom, Gravità zero.
“E’ una questione di energia, di scambio, tu o la dai o la vuoi”
– da Gravità zero –
Ed è andata esattamente così: energia. Da loro a noi, da noi a loro. Noi che siamo tornati a casa travolti e pur consapevoli che la pausa è giusta e comprensibile, speriamo già che non sia poi così lunga.
a cura di Riccardo Magni
foto di Mattia La Torre
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