L’Ansia e il disagio forse non erano del tutto giustificati per Giancane, che nella serata del release party del suo nuovo album Ansia e Disagio, ha riempito il Monk come nelle più grandi occasioni, regalando una serata di divertimento e, diciamolo senza mezzi termini, ottima musica.
Perché i testi irriverenti e sarcastici sono accompagnati, nelle versioni live forse ancora più che nel disco, in cui invece i synt sembrano prendersi un raggio d’azione maggiore, da un folk-rock se possibile ancora più “cicciotto”, corposo e strabordante, suonato in maniera serrata da lui, Giancarlo Barbati, come ormai noto già chitarrista del Muro del Canto, e dai suoi consolidati compagni di avventura: Alessio Lucchesi (chitarra e seconda voce), Guglielmo Nodari (tastiere e mille altre cose), Claudio Gatta (batteria), e poi Alessandro Marinelli (fisarmonica) e Alessandro Pieravanti, entrambi nel Muro del Canto, e un mare di altri ospiti illustri tra cui il rapper Rancore e Lucio Leoni, presenti nel disco.
Una serata di grande musica ed appunto, grande divertimento. Una serata in cui il pubblico romano ancora una volta, ha risposto alla chiamata del “non cantautore” con la solita Giancane-filosofia: andiamo (e beviamo), saltiamo, cantiamo, ci divertiamo, ci sfoghiamo in uno dei modi più sani al mondo e torniamo a casa contenti. Non è per tutti così? Per me è così.
Un pubblico romano che con l’ennesimo sold-out ed una partecipazione emotiva, fisica e vocale impressionanti, ha consacrato Giancane a vera e propria icona popolare cittadina e l’impressione è che, partendo da una base fortissima come questa formatasi nell’Urbe, per Giancane questo Ansia e Disagio potrebbe rappresentare l’occasione buona (ma veramente) per arrivare ben oltre i confini laziali, molto, molto di più di quanto abbia già fatto e stia facendo con la nuova programmazione di concerti.
Perché dai, tutti abbiamo un vecchio a cui indirizzare la mano “a cucchiara”, tutti abbiamo una categoria da identificare come indossatrice di Hogan Blu, tanti (non tutti, buon per voi) siamo figli di quegli anni ’80 che hanno rotto il cazzo già dagli anni ’80 e tutti (si, proprio tutti), abbiamo le nostre ansie ed i nostri disagi. Quindi per una volta, perché non deriderli? E poi se siete tra quelli che vestono casual con una polo salmone e le Timberland senza pedalino beh, andate a sentirlo lo stesso Giancane, perché i ragazzi spaccano (e magari guarite).
di Riccardo Magni
foto di Mattia La Torre
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