La parterriana Daniela Allocca, from Naples ci racconta il suo primo incontro con la musica “indie” se così si può chiamare e del suo primo “amore” per Calcutta!
“Ciao a tutti parterriani, sono Daniela ho venticinque anni, anche se non si direbbe, una passione per la musica, la scrittura e mentre provavo a diventare un’illustratrice, mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti, adesso mi occupo di far girare un po’ di cultura e di arte nel mio piccolo paese in provincia di Napoli. Spero di riuscirci. ”
Il mio primissimo approccio alla musica indie è stato nel 2016 quando un mio carissimo amico mi fece ascoltare Cosa mi manchi a fare di Calcutta. Una sera andammo a mangiare un panino con altri amici e io ne ordinai uno che si chiamava Calcutta (tra l’altro buonissimo). Così lui il giorno dopo mi fece ascoltare la canzone e da allora non ho più smesso. Ora come ora parlare di un personaggio come Calcutta può risultare banale, di recente ho letto la sua intervista su Rolling Stone, non leggo molto le interviste in genere, non chiedetemi perché ma mi annoiano. Invece la sua intervista è stata di una semplicità unica e incredibilmente divertente quindi posso affermare con assoluta convinzione che voglio ancora sposarlo e che non mi arrenderò anche se ho letto che è fidanzato (momento tristone). Ad ogni modo, come dicevo prima, non è facile parlare di Edoardo in questo periodo in cui è sulla cresta dell’onda, ma io ci proverò lo stesso e vi racconterò la mia esperienza. Dopo aver rapito il mio cuore con quel pezzo da quel giorno, ovviamente, li ho ascoltati tutti. A Dicembre dello stesso anno andai al suo concerto a Napoli al Palapartenope. C’erano i Gomma e un altro gruppo che adesso non ricordo ad aprire le danze. Sul palco si vedeva solo una scritta Baci fatta con le lucine di Natale. Aprì il concerto cantando Limonata, poi Frosinone, poi Le Barche e poi vabbè non c’è bisogno di elencarle tutte. A fine concerto (dopo la richiesta forzata da parte del popolo del bis della canzone del cuore) lui ringraziò dicendo “Di solito dovrebbe essere la gente che si emoziona ai concerti, invece stavolta mi sono emozionato io, mi trema pure un po’ la voce, me ne vergogno, infatti me ne vado.. Ciao”
È stato in quel momento che tra la commozione generale e le urla per l’ennesimo bis che ho capito una cosa importante. Edoardo è un ragazzo normalissimo, e questa è stata la cosa che mi ha fatto piangere (di gioia ovviamente). Lui, nonostante il successo, ancora non è totalmente convinto di quello che fa e di come si presenta al pubblico, ancora si imbarazza, ancora di emoziona, ancora si commuove e se ne vergogna.
Il suo punto di forza credo sia proprio questo, fare breccia nei cuori delle persone con parole semplici, per certi versi anche aspre, ma mai banali.
Questo genere musicale che è l’indie, che magari inizialmente sembrava solo un movimento passeggero, sta poco a poco cavalcando l’onda del successo e come un padre che ha visto nascere i suoi figli, così Calcutta è capostipite di questa enorme famiglia che ha generato e continua a sfornare talenti come
I Canova, Frah Quintale,Gazzelle, Viito, Cimini, Le Mandorle, Galeffi, e tantissimi altri che sicuramente ho dimenticato. Ci si vede nel parterre quest’estate.
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