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Alessandro Fedrigo ci racconta il suo nuovo album “Onda M”

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Esce venerdì 28 ottobre 2022Onda M“, il nuovo album solista di Alessandro Fedrigo, fuori da venerdì 28 ottobre per l’etichetta Record Y. Un nuovo capitolo per il poliedrico compositore e musicista che, a partire da suoni quotidiani e nascosti su strati di normalità, ci regala nuove composizioni e improvvisazioni elettroniche qui raccolte. Del disco, Alessandro racconta “Ad un certo punto ho iniziato a registrare i suoni che stavano attorno a me, spesso rumori casalinghi o conversazioni, momenti di vita, e li inserivo all’interno di composizioni e improvvisazioni elettroniche. É straordinario scoprire nuovi mondi sonori utilizzando software e field recordings e poi visitarli ed improvvisarci col suono del mio basso. La mia ricerca sonora in questo ambito è all’inizio ma vedo territori sconfinati con potenzialità tecnologiche e di suggestione straordinarie.

Lo abbiamo incontrato per parlare di spazi, online e non. Ecco com’è andata!

 

 

– Quali sono le difficoltà di far emergere il proprio progetto, tra le numerose uscite settimanali?

Quando scrivo musica o la registro non penso mai al fatto di farla emergere, questo è il vero problema! Nasce da una esigenza interiore, e dunque il problema della diffusione si pone dopo. Alle volte mi sembra di essere un naufrago che mette un messaggio dentro una bottiglia, e consegna il tutto al mare. Non so immaginare se qualcuno raccoglierà la bottiglia e leggerà il messaggio. Forse sto solo inquinando.

– E per quanto riguarda la musica elettronica. Sembra ci siano meno spazi online, meno spazi per suonare… É davvero così?

Trovo che online ci sia molto spazio, scopro giornalmente nuovi progetti interessanti, gli spazi per suonare sono meno, e il pubblico forse non è interessato alla fruizione della musica negli spazi tradizionali. Immagino spazi performativi nuovi, più aperti, meno convenzionali dove si possa fruire di musica in modi nuovi. Devo dire che anche da remoto credo si possa fare molto. Non sono certo che la musica live debba essere solo “in presenza”, credo che questi siano anni molto stimolanti e nasceranno dei nuovi paradigmi per le arti performative.

– Leggiamo che hai anche un’etichetta, cosa si prova a stare anche dall’altra parte?

Da una decina d’anni seguo assieme a Nicola Fazzini l’attività di nusica.org, che si occupa di jazz contemporaneo e cerca di dare voce e di diffondere il lavoro di artisti di jazz contemporaneo, è interessante e difficile provare a strutturare il percorso per valorizzare e far conoscere nuovi artisti. Credo che il punto ora sia quello di inventare delle strategie di diffusione della musica in linea coi tempi ma anche col sentire degli artisti, insomma essere “sartoriali”. Non si può pensare in termini di “vendite di cd” ma nemmeno di “numeri di streaming”, il percorso è molto più complesso e personale.

– E quali sono le difficoltà di avere a che fare con gli artisti anche dal punto di vista “burocratico”?

La categoria dei musicisti è poco “inquadrata” e forse questo fa parte della natura dell’artista, e questa natura credo vada rispettata. Dall’altra parte il sistema dovrebbe essere semplificato, credo che l’artista debba essere percepito come un lavoratore qualsiasi, con una sua posizione fiscale e previdenziale. Poi la sua opera è “speciale”, ma ciò non significa che a causa di questo debba essere confinato in un limbo fuori dalle regole.

– Onda M avrà presto anche un seguito?

Il mio lavoro nel campo dell’elettronica e delle sue ibridazioni con la dimensione acustica ed elettrica continua. A novembre uscirà un EP che ho concepito con un chitarrista e produttore che vive a NY, Nico Soffiato che è un caro amico. Poi ho in programma a dicembre una residenza artistica con due artisti molto interessanti Giovanni Iacovella e Frank Martino che avrà i visual di Claudio Sichel. Ma nel frattempo sto preparando dei pezzi che potrebbero confluire in un nuovo album elettronico. La creatività non manca.

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