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Alla ricerca di tesori nascosti con i Deleted Soul

Deleted Soul hanno trovato per noi dei diamanti preziosissimi.

È uscito da poco Diamond, il quarto singolo dei Deleted Soul.
Un brano molto interessante di un progetto più unico che raro all’interno dell’odierno panorama musicale: un collettivo composto da musicisti provenienti da tutto il mondo che, dopo aver pubblicato un primo album scritto a distanza ha deciso, in tempi in cui gli incontri sono tutt’altro che scontati, di ritrovarsi a registrare in una grotta medievale nascosta nelle campagne del Chianti: location ideale per la loro musica che in effetti si potrebbe quasi definire elettronica contemplativa.

Il diamante del titolo è il simbolo della ricerca della ricchezza da parte dell’uomo, ma non solo. Come ci ha spiegato Tuzzy, il producer a capo del progetto, i diamanti, in questo brano, diventano una sorta di non luogo pieno di significati: la nuova croce che siamo costretti a portare in una società che si autodistrugge, si divide e si ghettizza sempre di più.
A questo si contrappone il mondo della natura, dell’isolamento, della ricerca, perché si sa che le cose più preziose non sono a portata di mano, ma vanno inseguite.

Discorso valido, ovviamente, anche per la musica.
Nell’universo dello streaming e delle pubblicazioni online tutto sembra a portata di mano, ma paradossalmente questa overdose di suoni, album, artisti a disposizione di tutti ha creato nuovi angoli reconditi in cui si nascondono vere e proprie gemme.
Abbiamo chiesto a Tuzzy di trovare per noi quegli album e quelle canzoni nascoste da riscoprire assolutamente. Quei tesori da riportare alla luce per far brillare le nostre vite.
Spoiler: in questo elenco troverete solo roba pazzesca.

Jon Mark & Jonny Almond: The city


Brano e disco rarissimi. Un duo degli anni Settanta composto da ex componenti della band di Santana. È un brano che ho sempre ascoltato con massimo interesse, in particolare per l’uso degli spazi musicali e per il modo di interpretare le parti di sax.

Syd Barrett: Octopus

Il fondatore dei Pink Floyd, dopo l’esperienza dei primi dischi con la band, decide di intraprendere la carriera solista e di approfondire l’esperienza dell’LSD. Pur avendo esagerato nell’utilizzo, ha composto questo disco in presa diretta e con una composizione estemporanea propria del suo stile. Sono sempre stato affascinato dall’improvvisazione, anche nel momento compositivo. Spesso l’eccessivo approfondimento tecnico, offusca la fase creativa.



Atomic Rooster: Time take my life
Band inglese degli anni Settanta. Suono graffiante che sposta la composizione blues verso quello che diventerà negli anni a seguire l’hard rock (nei territori dei Led Zeppelin e Deep Purple, per capirci). Ritengo che questo brano sia saturo di suoni analogici graffianti e potenti. Io mi sono sempre approcciato a loro con la stessa devozione di un pittore in visita alla Cappella Sistina.

Santana: Jingo
…E poi arriva Santana e sposta e rovescia tutti i paradigmi. In una scena in cui a farla da padrone sono il folk, il country e la prima pop music, arriva lui e spadella in faccia a tutti la potenza del beat. Le percussioni e i ritmi incalzanti, un brano assoluto, fondamentale nella formazione musicale di ognuno di noi.

Roger Waters : The ballad of Bill Hubbard


Amused to Death, da cui è tratto questo brano, anticipa i tempi. I tempi della musica elettronica, del downbeat, dell’ambient. Armonie dilatate, inserimenti di chitarra netti e messaggi sociali importanti sono gli ingredienti di un lavoro che è un vero e proprio diamante della musica internazionale.

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