Ambradea torna con “Essenza”, la title track del suo nuovo album, un brano che si addentra nei meandri più profondi dell’animo umano. Nato da un momento di crisi esistenziale, il pezzo è il frutto di un intenso dialogo interiore che l’artista ha intrapreso per riscoprire ciò che la rende davvero viva: l’amore, forza capace di superare insicurezze e ostilità.
“Essenza” non è solo una riflessione, ma una dichiarazione di rinascita. Ambradea esplora il tema dell’autenticità personale, quella parte viscerale e vera di ciascuno di noi che spesso resta sopita. Attraverso parole evocative e immagini suggestive, la cantante racconta il percorso verso una libertà ancora da conquistare, come si intuisce dal ritornello: *“Sarò libera”*.
Il brano è un viaggio emotivo che abbraccia forza, ritmo e speranza. I canti finali, simili a quelli delle sirene, evocano un senso di mistero e richiamo verso qualcosa di primordiale. “Ognuno di noi nasce con un’essenza immutabile,” spiega Ambradea, sottolineando come questo progetto sia per lei un processo di liberazione interiore e auto-scoperta.
Con “Essenza”, Ambradea regala al pubblico una danza poetica verso il nucleo più intimo dell’esistenza.
Ciao, ci racconti come nasce il tuo nuovo singolo?
Il brano “Essenza” è nato da una sessione creativa in cui avevo immaginato un riff di pianoforte che mi portava a viaggiare con la fantasia. L’ho mandato in loop e ho iniziato a cantarci su, e la prima frase di senso compiuto che è uscita fuori è stata “l’amore è solo l’unica, l’unica prova”. Da lì ho cominciato a definire la struttura del brano girando intorno a questa frase, alla quale, come spesso faccio, ho attribuito un duplice significato.
Da lì è nato il ritornello composto da queste due frasi: “Amore sono l’unica, l’unica prova/L’amore è solo l’unica, l’unica prova”.
Puoi raccontarci del momento di crisi esistenziale che ha dato vita alla canzone?
Le famose “crisi esistenziali” sono una costante nella vita di un’artista. Nella mia sicuramente. Sono quei momenti in cui ti ritrovi con dei grossi macigni da dover alleggerire, accumulati durante le varie fasi della vita. Ad ogni fase di crescita e maturazione corrisponde un momento di crisi esistenziale, che dobbiamo sempre cercare di indagare, per poter arrivare alla soluzione.
Sono una persona molto curiosa e, soprattutto, mi piace risolvere gli enigmi. Una crisi improvvisa è come un grosso enigma che va risolto, un caso su cui ogni dettaglio può fare la differenza. Sono sintomi di cambiamento, che all’inizio spaventa, e non poco.
Con questo brano sono andata a scavare su come mai, nonostante mi sia spesso sentita inadeguata in certe situazioni, il mio istinto mi abbia sempre suggerito di continuare; ed ecco che ho scoperto quanto in realtà quello che faccio e quello che amo sia attaccato al mio essere in maniera molto viscerale, profonda, e quanto in realtà abbia sviluppato un rispetto tale per me stessa, che mi ha permesso, anche in maniera inconscia, di non spegnere mai la scintilla.
Come hai lavorato sulla scrittura del testo?
Spesso mi appunto su un quaderno, o sulle note dello smartphone, delle frasi che mi colpiscono, che leggo o che mi vengono in mente; così, ogni volta che voglio scrivere qualcosa, consulto tutto questo materiale e mi lascio ispirare.
“Essenza” ha avuto diversi input che poi si sono legati assieme, a partire da una citazione che mi ero appuntata di Alfred Adler, che racchiude e sintetizza tutto il messaggio: “alla fine, a forza di provarci, impari a nuotare”.
Poi quel riff di pianoforte, la pioggia, Charlie Brown e lo specchio in cui mi guardo e in cui vedo un equilibrio mediocre. Unendo tutti questi punti, alla fine, in maniera poco lineare direi, è uscito questo brano.
Qual è il momento più significativo per te nella canzone?
È una canzone dal forte impatto emotivo, parla di me e di tante altre persone. È dedicata agli esclusi, alle anime fragili ma potenti, a quelli che si sentono diversi, a quelli che non riescono a stare al passo ma che hanno il fuoco dentro. C’è una grande intimità emotiva e motivazionale che alla fine ti dà la chiave di volta: “l’amore è solo l’unica prova”.
Quali sono le tue principali influenze musicali?
Durante questo processo creativo, cui ho dedicato molto tempo immersa in una spasmodica ricerca musicale, mi sono resa conto che i miei gusti negli ultimi anni si erano evoluti e, soprattutto, che non mi ero dedicata ad ascoltare seriamente della bella musica. Ero rimasta legata alle canzoni che ascoltavo nel passato, a tutti i generi che ho sempre amato e che mi influenzano ancora oggi come il soul, il rock, il blues l’r&b. Mi sono resa conto però, che il mio modo di scrivere, il mio modo di comunicare le cose, non vanno unicamente in quella direzione.
Così ho virato sull’elettronica, ho cambiato i miei ascolti, ho cominciato ad esplorare con molta più attenzione quei generi musicali da cui mi sentivo attratta a livello di suoni ed atmosfere, con il loro lato mistico, quasi surreale.
Quindi sicuramente c’è quel tipo di influenza, quell’elettropop, anche se il mio vero amore è il soul, il blues e le loro atmosfere struggenti, terrene ma mistiche allo stesso tempo.
Che progetti hai per il prossimo futuro?
Sono una che ama esplorare continuamente, quindi sarà l’evoluzione di ciò che sono ora. Ho approcciato da poco al mondo degli arrangiamenti e sono piena di idee, vorrei creare un sound ed uno stile che sia riconducibile a me ed al mio modo di fare musica.
Il disco che ho fatto uscire a marzo è stato il primo progetto creato interamente da me, per quanto riguarda musica, testi e gran parte degli arrangiamenti. Ho fatto un esperimento e mi ritengo molto soddisfatta. Per il futuro si tratterà di affinare sempre più le mie competenze e continuare a produrre musica, trattando temi in cui credo con la speranza e l’obiettivo di trovare sempre più persone che abbiano il piacere di ascoltarmi davvero, a cui la mia musica possa essere d’aiuto.
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