Leo Lennox è uno che, per quanto giovanissimo, pare avere già le idee ben chiare su tante cose. Già il nome scelto, di per sé, si fa crocevia di ispirazioni musicali composite, che non permettono di riassumere categoricamente, in una qualsivoglia definizione, la scrittura dell’autore pugliese. La sua bio, in effetti, sembra comunicare tutto questo, con parole che sanno di ready made poetico:
“Lennox, come Annie, quasi come John.
Lennox quasi come Kravitz, in fissa per gli Stones.
Lennox figlio dell’asfalto, e negli occhi Vince Van Gogh.
Lennox anima latina, sì, cuore rock’n’roll. Lennox cane che corre, pallone che rotola fuori dalla città. Lennox muro che cade, cancelli che cedono, sangue che pompa un’altra pessima idea.
Lennox che corre. In faccia, solo il sole.”
“Diario”, il primo singolo di Lennox per l’etichetta spezzina Revubs Dischi, sembrava voler mordere il sedere di tutti quelli che si siedono troppo facilmente sulla finta rabbia di canzoni pret-à-porter; liriche intense, piglio sfrontato, qualche angolo da smussare, ma la strada è lunga e Leo sembra volerla fare tutta di corsa.
Quale occasione migliore, per dare il giusto slancio all’impresa, se non ospitare qui, nel privé del nostro cinemino virtuale, l’anteprima dell’ultimo videoclip musicale di Leo? A raccontarcene la genesi, è l’artista stesso.
Leo Lennox, fuori ora il video di “Diario”. Ci racconti come è nato il clip?
Il videoclip nasce dall’esigenza mia e del mio regista, Antonio Romano, di donare una immagine al brano Diario.
Abbiamo deciso di raccogliere scene della mia quotidianità, quindi più spensierate, e unirle con uno storytelling, rappresentato dalla rosa, affinché il fruitore possa cogliere tutti gli aspetti del brano.
La rosa simboleggia la parte più romantica di me, che serve a ripercorrere relazioni passate.
Oggi sono sempre più al ribasso le percentuali di artisti che investono in produzione di video. Alcuni dicono che sia diventato pressoché ininfluente corredare un brano di un relativo clip. Cosa ne pensi di tale opinione e cosa ti ha spinto, soprattutto, a realizzare comunque il video di “Diario”?
Ritengo che oggigiorno i videoclip siano stati sostituti dai social network.
L’immaginario di un artista e la sua espressione visiva possono essere assimilati su Instagram.
Tuttavia ci tenevo particolarmente nel dare una veste più completa a Diario.
L’ascoltatore può servirsi del video per apprezzare a pieno il lavoro artistico che vi è alla base di un pezzo e può immedesimarsi meglio nel mio flusso di coscienza, entrando nel vivo della storia che racconto.
Salutaci consigliandoci un film, già che siamo in tema, che senti vicino alle tematiche rabbiose di “Diario”.
Se dovessi paragonare Diario ad un film, credo che la pellicola che più assomiglierebbe ad esso sia Pulp Fiction. La rabbia e l’irrequietezza (e gli svariati momenti di pura azione) si incontrano con tematiche amorose, che Tarantino sviscera in maniera molto personale e particolare.
Magari il paragone può risultare azzardato, ed infatti lo è, ma credo che in qualche modo questo film cult possa aver influenzato la mia penna.
What do you think?