Safari pop, fuori per Le Siepi Dischi (e in distribuzione Believe) è il primo album di Paul Giorgi, una giungla musicale a bassa fedeltà che diventa anche una dichiarazione d’intenti: oltre le categorie di indie e lo-fi, Paul Giorgi si impone con un nuovo genere, il safari pop. Qui, quello animale è un mondo affascinante e dove non esiste la vergogna, un mondo che è metafora del nostro potenziale più alto. Benvenuti.
RECENSIONE
Safari Pop, l’album d’esordio del cantautore marchigiano Paul Giorgi (classe ’95), è un vero e proprio tuffo nel mondo animale. Fin dal primo brano Tigre, l’ascoltatore è catapultato nella giungla anche per via dei suoni che fanno da incipit all’album: si ode infatti la presenza di cicale, scimmie urlanti e uccelli di tutti i tipi. Le stesse tracce del disco prendono il nome dalla fauna delle praterie e delle foreste con l’aggiunta del cane, compagno dell’uomo per eccellenza. Gli animali che danno il titolo ai diversi brani non compaiono in modo diretto nelle canzoni: fatta eccezione per la Gazza a cui il cantautore si rivolge in prima persona (“O gazza insegnami a volare/che da solo non so stare”) tutti gli altri sono utilizzati come metafora del comportamento umano (Struzzo simboleggia il volersi sottrarsi dalle proprie responsabilità nascondendo la testa sotto la sabbia) e, nella maggior parte dei casi, non vengono nemmeno citati o si limitano a fare da sfondo alla canzone (Airone). Tutto il disco, al di là dei suoni faunistici del primo brano, è accompagnato da sonorità caratteristiche dell’indie pop italiano con l’aggiunta di una musica Lo – Fi.
A cura di Erica Giudici
NOTE BIO
Paul Giorgi nasce il 19 maggio del 1995 ad Ascoli Piceno nelle Marche.
Inizia a fare musica all’età di 5 anni. Esce dalle superiori e, nonostante la passione per la musica, si iscrive a ingegneria. Nel frattempo, però, si diploma anche in chitarra con la Music Academy e un giorno si imbatte per caso in un concorso musicale nel quale vince una borso di studio per autori al Cet di Mogol. Nel mentre, la carriera universitaria va male e la lascia per dedicarsi completamente alla musica nel duplice ruolo di cantautore e produttore per altri artisti della sua città. Nel 2020, rimasto a casa il più del suo tempo per un virus diffuso su scala globale, scrive e registra un album “animalesco” che verrà seguito dall’ennesima etichetta indipendente e che vedrà la luce nel corso di quest’anno.
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