“Astronave” è un pezzo pop ma, pur avendo una produzione molto modaiola sulla scia di riferimenti come i Beach House e il Battiato de “La voce del padrone” nasconde una serie di chicche musicali da non sottovalutare.
Vittorio Belvisi è un cantautore pop. Si rivolge a tutti, non si scava la nicchia da solo. Vive di melodie e ritornelli, seguendo la tradizione di Battisti, Beach Boys, Bowie e i Beatles, le magiche “B” che hanno trasformato il pop in qualcosa di nobile e profondo. Di seguito ecco le 6 chicche di “Astronave“:
1) Innanzitutto non è a clic: è registrato con un tempo libero, senza BPM scanditi meccanicamente.
2) La tonalità è un “mi bemolle calante” accordato su un la a 432 Hz, la frequenza più consigliata per cullare neonati, donne in gravidanza o per praticare la meditazione.
3) Se si ascolta il brano ad alto volume o in cuffia, inoltre, si scoprono centinaia di frasi nascoste e suoni misteriosi: piccole easter eggs per i fan più affezionati e attenti.
4) Il titolo e la copertina di “Astronave” sono prese in prestito dall’estetica dei social.
5) Il brano esce in modo totalmente free, senza etichetta, con il supporto di Emanuele Floris al basso e al mix.
6) “Astronave” celebra il giorno in cui Libero, il primogenito di Vittorio, compie un mese di vita. Il testo è un atto d’amore spassionato verso questa creatura meravigliosa e aliena. Forse, come dice l’incipit, il suo tempo è davvero il suo tempo e per Belvisi è il tempo di un nuovo inizio, più maturo e sperimentale.
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