
San Clemente, provincia di Caserta, 1° marzo – C’è chi lo ama, chi lo odia, chi finge d odiarlo ma sa a memoria ogni strofa. Bello Figo sbarca al Lizard Club e, come previsto, il delirio è servito. Il Lizard Club si conferma una realtà consolidata per la musica live campana, continuando a ospitare artisti che sanno catalizzare l’attenzione con la loro irriverenza e il loro stile unico.
L’atmosfera è già carica prima che l’headliner faccia il suo ingresso. Dj set in apertura che scalda il pubblico con banger attuali e pezzi trap. Poi il momento che tutti aspettano: l’ingresso del re del trash rap. Bello Figo si presenta con il suo solito stile inconfondibile, occhiali da sole, pellicciotto e maglia Gucci.
Il concerto è un’esplosione di meme viventi e autoironia. Da “Non pago affitto” a “Francesco Totti”, passando per “Sto Skopando” e altre perle del repertorio, ogni traccia è accolta come un inno generazionale. Il pubblico urla, salta, ride. Alcuni pogano, altri filmano con lo smartphone, consapevoli che raccontare questa serata a chi non c’era sarà complicato.
Bello Figo gioca con il pubblico, lancia frecciatine a caso e regala momenti surreali che lo rendono, nel bene e nel male, unico nel suo genere. La sua musica è volutamente sopra le righe, una parodia continua del rap mainstream e della società in generale. Ma il suo impatto è innegabile: nel suo regno, le regole del gioco le detta lui.
Tra i momenti più iconici della serata, Bello Figo ha eseguito ben due volte “Martellare”, nuovo inno alla promiscuità, simbolo cardine della sua poetica. Il pezzo ha aperto il concerto ed è stato riproposto anche durante l’esibizione, come se non fosse mai abbastanza. Peccato per una performance complessivamente un po’ troppo breve: ci saremmo aspettati tante altre perle dal suo vasto repertorio.
Tra i brani più attesi non poteva mancare però ”Pasta col tonno”, la hit definitiva che ha conquistato (molto probabilmente) generazioni di studenti fuorisede, diventando un vero e proprio inno alla sopravvivenza universitaria e non.
A rendere il tutto ancora più surreale è stata la paradossale scaletta, gestita come un botta e risposta con il pubblico: Bello Figo ha più volte chiesto ai fan che canzoni fare, solo per poi rispondere spesso con un disarmante “la canzone è troppo vecchia, questa non ce l’abbiamo”. Un’esibizione caotica, imprevedibile e proprio per questo perfettamente in linea con il personaggio.
Dopo lo show, tra rime assurde e delirio collettivo, Bello Figo saluta il Lizard Club e lascia il palco tra applausi e cori. Nel locale, qualcuno ride ancora ripensando ai momenti più folli della serata, altri discutono sulla brevità della performance, altri sulle numerose canzoni mancate in scaletta, ma una cosa è certa: chiunque sia entrato in quel club, ne è uscito con almeno un ritornello indelebile in testa.
E probabilmente anche con qualche dubbio esistenziale in più.
A cura di Stefano STRE Crispino
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