Sabato 21 maggio siamo stati al PalaPartenope di Napoli per l’unica tappa campana del tour della Brunori Sas: vi raccontiamo com’è andata!
Dopo oltre due anni di attesa e numerosi rinvii causati dalla situazione pandemica, è finalmente partito il primo tour della Brunori Sas nei più importanti palazzetti d’Italia: noi di Tutti giù Parterre non potevamo assolutamente perderci questo imperdibile appuntamento e infatti abbiamo preso parte alla data napoletana della tournée presso il PalaPartenope lo scorso sabato 21 maggio.
Dario Brunori mancava nel capoluogo campano dall’ormai lontano 2018, quando si esibì al Teatro Augusteo nello spettacolo “Canzoni e monologhi sull’incertezza“. Ne è passata di acqua sotto i ponti, nel frattempo il cantautore calabrese ha pubblicato il suo quinto album in studio “Cip!” (Picicca, 2020) ed è nata la primogenita Fiammetta dall’unione con la musicista Simona Marrazzo.
Il concerto non poteva che cominciare con “Al di là dell’amore“, canzone apripista del “nuovo” disco della Brunori Sas, prodotto insieme a Taketo Gohara. Ad affiancarlo sul palco, oltre ai “soliti” Dario Della Rossa (tastiere), Mirko Onofrio (sax), Massimo Palermo (batteria), Stefano Amato (basso) e Lucia Sagretti (violino), si aggiunge anche un quartetto di fiati.
La scaletta è composta principalmente da brani estrapolati dagli ultimi due album di Brunori, da “Capita così” a “Per due che come noi“, passando per “Lamezia-Milano” e “L’uomo nero“, questi ultimi due tratti da “A casa tutto bene“, probabilmente la sua migliore opera, attraverso la quale ha compiuto il grande salto dall’indie al mainstream.
Non mancano, inevitabilmente, pezzi più datati, su tutti il primo vero e proprio singolo della sua carriera “Come stai“, piuttosto che “Kurt Cobain“, eseguite entrambe in acustico, rispettivamente voce e chitarra la prima, mentre voce e pianoforte la seconda. Il pubblico apprezza e non manca di dimostrare tutto l’affetto all’idolo Dario, attraverso la dedica di cori e striscioni.
Archiviato il primo blocco di live. ci avviciniamo a grandi passi verso il gran finale, in un crescendo di emozioni e successi: arriva il cosiddetto momento amarcord, caratterizzato dal super-classico “Guardia 82“, intonato a squarciagola da tutti i fan presenti e la cui esecuzione è stata accompagna da una marea di torce, e dall’immancabile e struggente “Lei, lui, Firenze“.
Già, “come se cinquemila voci diventassero una sola“, ma del resto non poteva essere altrimenti, in particolar modo proprio in occasione di uno dei brani-manifesto della Brunori Sas, ovvero l’attualissima “Canzone contro la paura“: impossibile mascherare il sentimento di commozione durante questo pezzo, rappresenta sempre un colpo basso.
L’altro capolavoro di Brunori è ovviamente l’attesissima “La verità“, probabilmente la sua canzone più riuscita di sempre. A far calare il sipario sullo spettacolo, infine, è “Arrivederci tristezza“: non poteva esserci epilogo più azzeccato. Quanto sono mancati questo tipo di concerti, soprattutto quanto ci sei mancato tu, Dario, e voi, la Brunori Sas: grazie!
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