Ieri – venerdì 28 giugno – la recuperata area dell’Ex Base Nato a Bagnoli (Na) ha ospitato l’unica tappa campana del tour estivo di Calcutta.
Live report a cura di Lorenzo Scuotto
Traffico in tilt e caldo torrido, questa l’atmosfera infernale che ha accompagnato la spasmodica attesa dei fan, ma ne è valsa assolutamente la pena: circa due ore (quasi) ininterrotte di musica, un tripudio di emozioni con tanto di ciliegina sulla torta nel finale, bis di “Paracetamolo” durante il quale Calcutta ha sfoggiato un’ottima proprietà di linguaggio spagnolo.
Prima di Edoardo D’Erme, a calcare egregiamente il palcoscenico dell’Ex Base e a riscaldare i cinquemila animi presenti ci ha pensato il napoletano Davide Petrella, ex frontman della band partenopea Le Strisce e dal 2014 (per chi non lo sapesse) paroliere e compositore per Cesare Cremonini. C’è il suo zampino in quasi tutte le hit radiofoniche e attualmente è impegnato con la promozione del suo album “Litigare”.
Sono quasi le 22 quando Calcutta e tutti i componenti della band che lo accompagnano fanno il loro ingresso in scena: il forte boato che accoglie l’imminente inizio del live si spegne nel momento in cui Edo pronuncia le prime parole di “Briciole” e si trasforma letteralmente in un coro unanime. Il cantautore è visibilmente emozionato, da sempre molto legato al capoluogo campano. Del resto tra suoi i musicisti c’è il tastierista partenopeo Gaetano Scognamiglio (Fitness Forever) ed il chitarrista di origini napoletane Giovanni Imparato (Colombre).
Si prosegue con “Kiwi”, scandita dall’urlo liberatorio da pelle d’oca “Uooooh mondo cane, tu fatti gli affari tuoi!”, e “Orgasmo”, primo singolo dell’ultimo disco “Evergreen”. La scaletta è grossomodo identica a quella proposta nel tour invernale, dunque anche il debut album “Mainstream” viene eseguito in maniera (quasi) integrale, eccezion fatta per i pezzi strumentali: e allora spazio alle struggenti “Milano” e “Limonata”, quest’ultima accompagnata da un mini-clip, proiettato sul led, diretto dal suo regista Francesco Lettieri. Anche le coreografie sono praticamente le stesse già sperimentate in inverno.
“Lo sai che la tachipirina 500 se ne prendi 2 diventa 1000?”, impossibile non cantare a squarciagola questo vero e proprio tormentone: “Paracetamolo” rappresenta a tutti gli effetti la canzone-simbolo di Calcutta, divenuto ormai un inno generazionale, anche grazie all’epicità della prima frase. Dopo il “cuore a mille” tocca al momento acustico: ecco “Amarena”, il primo brano scritto da Edoardo, eseguita voce, chitarra e coro, composto da quattro coriste. C’è spazio anche per altri due brani più datati, come “Cane” e “Arbre Magique”, ben incastonati all’interno della setlist.
A questo punto, giunti al cosiddetto giro di boa, arriva il dovuto riconoscimento ai due singoli che hanno reso celebre il cantautore di Latina: “Cosa mi manchi a fare” e “Oroscopo”, quest’ultima in particolare interpretata nella prima strofa ad un ritmo rallentato, prima di esplodere nel ritornello cult. L’unica differenza rispetto al tour invernale, in termini di scaletta, è l’aggiunta dei due nuovi inediti “Due Punti” e, soprattutto, “Sorriso (Milano Dateo)”: i fan la conoscono già tutta a memoria, a dimostrazione che sia diventata in una manciata di giorni già un grande classico.
Il gran finale non poteva che essere riservato a tre brani intramontabili come “Gaetano”, “Frosinone” e “Pesto”. Calcutta è visibilmente commosso ed il concerto sembra essersi concluso, ma c’è ancora tempo per eseguire un altro brano. “Facciamo un bis, è la prima volta!”, il cantautore esterna tutti i suoi sentimenti per quella che può considerarsi la sua seconda città del cuore ed intona di nuovo “Paracetamolo” con una piccola grande differenza: ¿Sabes que quinientas taquipirinas si tomas dos se convierten en mil?”, ebbene sì, Edo l’ha cantata metà in italiano e metà in spagnolo, una piacevolissima sorpresa che ha mandato letteralmente in visibilio il pubblico.
Che Calcutta sia uno degli artisti più influenti della nuova scena musicale italiana ormai è risaputo, ciò che colpisce è l’estrema semplicità attraverso la quale si interfaccia con i suoi fan: poche parole ma buone e molto spazio alle canzoni, che ormai rappresentano veri e propri manifesti generazionali.
Buono anche l’impatto della location, un’ampia area riaperta al grande pubblico, che ha già accolto il concerto di Luchè e si appresta ad ospitare a luglio altri due grandi live, quelli di Gazzelle e Carl Brave.
Scaletta:
Briciole
Kiwi
Orgasmo
Cane
Milano
Limonata
Paracetamolo
Rai
Albero
Amarena
Nuda nudissima
Cosa mi manchi a fare
Oroscopo
Del verde
Sorriso (Milano Dateo)
Arbre Magique
Hübner
Le barche
Due punti
Gaetano
Frosinone
Pesto
Bis
Paracetamolo
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